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Jannik Sinner, la cupa profezia di McEnroe: "Contro cosa andrà a sbattere da numero 1"

Roberto Tortora
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Ora che Jannik Sinner è alle semifinali del Roland Garros contro l’amico e rivale Carlos Alcaraz e, soprattutto, avrà guadagnato da lunedì prossimo i gradi di numero uno al mondo, tutti i più grandi del tennis del Novecento s’interrogano sull’avvenire del nostro campione e su quanto possa crescere ancora.

Tra questi c’è anche John McEnroe, che ha concesso un’intervista al Corriere della Sera e che proprio sulla terra rossa parigina subì una sconfitta amara da Ivan Lendl, dopo essere stato in vantaggio di due set e sul 4-2 nel quarto: “Preferirei non parlarne, alla sconfitta di Parigi cerco di non pensare: è il mio unico rimpianto. Voglio credere che sia stata una lezione di umiltà che ha fatto di me un uomo migliore. Di certo non un tennista migliore. Comunque, che ci creda o no, con Lendl ogni tanto gioco a golf”.

 

 

 

Il pensiero, però, va subito al 29°numero uno della storia del tennis, il nostro Sinner: “Gli italiani sono passionali ed emotivi come me, mentre Jannik è serio e compassato. Diventare n.1 da voi è un ruolo potenzialmente dirompente, ne avete avuto un assaggio con Berrettini finalista a Wimbledon. Con quale generosità Sinner avrà voglia di donarsi a un Paese affamato? Lui ripete che è concentrato solo sui miglioramenti. Sono curioso di scoprirlo. Numero 1, una posizione non facile da reggere, in effetti. Gli occhi sempre addosso, la pressione, tutti che ti tirano per la giacchetta. Dove si riposa in Italia, di solito, Sinner? Lo sa che dovrà andare in giro scortato? È un tipo silenzioso e riservato, a cui piace viaggiare sotto i radar: andrà a sbattere contro l’entusiasmo italiano. Io gli auguro di divertirsi nel ruolo di leader, di concedersi qualche spazio di manovra sennò il numero uno rischia di schiacciarlo”. 

 

 

 

Poi, sulla sfida con Alcaraz: “La rivalità di cui avevamo bisogno, il nuovo Federer-Nadal. Jannik ha rotto il ghiaccio con lo Slam in Australia, Carlos è il mio preferito da vedere: l’elettricità che porta in campo mi dà gioia. Contrasto di caratteri e di stili: pronostico difficilissimo. Il tennis ormai si gioca a velocità siderali, con violenza inaudita. Sono ragazzi giovani, ma fragili, non supereroi indistruttibili. Di certo Jannik è destinato a essere un plurivincitore Slam, Carlos lo è già. Il suo inseguimento al trono di Sinner sarà entusiasmante. Io ricordo gli anni da n.2 come i più belli della mia carriera. Da re, poi, diventa tutto più complicato”.

 

 

 

Infine, il pronostico sul vincitore del torneo: “All’inizio avrei detto Zverev. Oggi penso che il rebus passi dalla semifinale tra i ragazzi terribili, Jannik e Carlos, 43 anni in due. Ce li hanno mandati gli dei del tennis”.

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