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Luciano Spalletti e i "14 anni di pippe"? Sessismo e potere sono solo una "pippa" mentale

Andrea Tempestini
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L'unica scelta di Spalletti che non condivido – opinione, la mia, del tutto irrilevante – è quella di alzare il telefono alle 2 del mattino per scusarsi con il giornalista costretto a inseguire in termini di «pippe». Ovvio, non è stato elegante. Anzi, un po’ arrogante. Ma chissenefrega, no? L’Italia era appena passata agli ottavi per grazia divina, fino al 98esimo per l’intero Stivale gli azzurri erano – coincidenza! - le peggiori «pippe» mai viste e insomma è comprensibile lasciarsi andare.

La vicenda gravita attorno a questa frase: «Mi parla di patto (un ipotetico «patto con i calciatori» per cambiare formazione, ndr), ma lei quanti anni ha? Io ho 65 anni, le mancano ancora 14 anni di pippe per arrivare alla mia esperienza». Così Luciano al malcapitato Dario Ricci, che del «patto» gli chiedeva conto. Seguono dotte analisi sul nervosismo del cittì, segue la già menzionata telefonata notturna. E segue anche il fondo su La Stampa di Giulia Zonca: «Spalletti, il Ct al veleno dimentica lo stile». Titolo fuorviante anche qui si ammette che lo stile è discutibile - poiché nel pezzo si parla, principalmente, di «pippe». Da intendersi come onanismo, masturbazione. Ma da intendersi soprattutto come esercizio del potere. «Però le pippe usate come tema per zittire, neanche la critica, ma una semplice domanda di un giornalista no, proprio no. Non gliele passiamo. E non per imbarazzo, per rispetto delle pippe», scrive Zonca. Tira in ballo la sublime cronaca masturbatoria cantata da Lucio Dalla, Disperato erotico stomp, ribattezzata – eresia! - Beato erotico stomp. Capita. Ne scrive perché è dai tempi di Dalla che le pippe «vengono citate all'opposto, non per farsi bulli, ma per farsi due risate». Ma dove sta il bullismo? I «14 anni di pippe in più» di Spalletti sono il maggiore bagaglio di esperienza e fantasia che il Ct rivendica (l’onanismo è la sublimazione della fantasia). Cita anche Lamento di Portnoy, capolavoro di Philip Roth, il racconto di un uomo le cui dipendenze da masturbazione e sesso diventano strumento per raggiungere la libertà. Cita il manifesto libertario di Alex Portnoy per accusare Spalletti di autoritarismo. Eppure il Ct, marcando la differenza in termini di «pippe», voleva liberarsi delle scorie di terrore lasciate dalla partita.

PIACERE E POTERE
Difficile usare la parola “sessismo” quando si parla di maschi e pallone, del Ct contro un giornalista, di calciatori, muscoli, sudore e dominazione sportiva. Ma l’errore più grande Giulia Zonca lo commette quando, pur senza scrivere “sessismo”, il concetto lo evoca nitidamente. «Sfrutta un piacere come potere e non dovrebbe mai succedere. È una visione arcaica e la fa sembrare più vecchio. Non per i citati 65 anni, piuttosto per il concetto assai logoro e fastidioso della metafora sessuale come strumento di superiorità». E ancora: «Non ci molesti traviando il senso del divertimento e del progresso. C’è voluto tempo e impegno per passare dai giudizi bigotti alla cultura attuale». «Sono secoli che il sesso di ogni tipo viene strumentalizzato e non si può accettare che succeda senza protestare».

 

LA DERIVA FALLOCRATICA
Eccolo, il pregiudizio sessista! Certo non di Spalletti, ma di chi lo critica. La pippa (mentale) è tutta di chi, come la Zonca, scorge le tracce di una deriva fallocratica. Nelle parole del Ct non vi è alcun esercizio del potere, è dialettica spiccia, volgare: perché scomodare il concetto di sopraffazione? Perché non trattare quel che è successo esattamente per ciò che è, ossia una risposta acida? Strumentalizzazioni e bigottismo stanno solo nel ragionamento in cui si evocano in rapida successione «visione arcaica» e «cultura attuale» per sostenere che Spalletti sia rimasto intrappolato nella prima delle due. E lo si fa senza l’ardore di sostenere la tesi in modo troppo esplicito, bensì camuffandola con brillanti digressioni su letteratura (Roth), musica (Dalla) e cinema (Woody Allen: «Non denigrare la masturbazione, è sesso con qualcuno che amo»). Brillanti digressioni che ci ricordano come le pippe siano libertà, fantasia e intimità. Tre concetti buoni, stringi stringi, per definire lo sfogo di Spalletti.

 

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