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Arrigo Sacchi, la sentenza su Simone Inzaghi: "Chi è davvero"

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Un Arrigo Sacchi a tutto campo, quello che si concede in una lunga e interessante intervista a Il Messaggero. Il Ct non fa sconto alcuno alla nazionale di Luciano Spalletti, all'Italia protagonista della disastrosa spedizione in Germania. Dunque dice la sua sul Var, il tutto con parole destinate a far discutere, poiché si dice del tutto favorevole alla tecnologia. La ragione? "Gli italiani sono disonesti e gli arbitri non possono essere dei santi".

Molto interessante, inoltre, il ragionamento sugli allenatori in Serie A. "I tecnici si dividono in strateghi e tattici, sono due profili ben diversi perché lo stratega cerca di determinare e imporre il proprio gioco con le scelte e le strategie, mentre il tattico si regola soprattutto sull'avversario. Sono due filosofie opposte", spiega Arrigo Sacchi.

Quando gli chiedono chi siano gli strateghi, tra italiani e non, nel nostro campionato, risponde: "Ce ne sono diversi, penso a Thiago Motta, Italiano, De Zerbi, Gasperini e Sarri. Anche Spalletti lo è. In campionato ci sono cinque-sei squadre impostate in modo strategico e che fanno strategie in campo, per esempio sono curioso di vedere la Juve di Thiago Motta. Ma il nodo resta che giocano pochi italiani e ne paghiamo le conseguenze".

 

Manca il nome di Simone Inzaghi: lui non lo è? No, "è un tattico - riprende Arrigo Sacchi -, lo si è visto in tantissime occasioni. Anche in partite che potevamo andare meglio, come a Madrid contro l'Atletico in Champions". Per l'ex allenatore l'Inter è favorita per lo scudetto: "I soldi per allestire gli organici contano. Penso che tra l'Inter e le altre rimanga un'evidente differenza", sentenzia. Infine una battuta su Antonio Conte, che si è lanciato nell'affascinante e difficile avventura al Napoli: "Antonio è forte, lo reputo un ragazzo d'oro. Dà la vita in tutto ciò che fa. Gli auguro davvero tutto il bene e il meglio possibile", conclude Arrigo Sacchi.

 

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