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Parigi 2024, vomita 10 volte dopo il triathlon nella Senna? Quello che gli amici di Marcon in Italia censurano

Antonio Castro
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Prima le signore. La galanteria c’entra poco. Ieri mattina alle 8 si è tenuta la plurinviata frazione di 1.500 metri di nuoto per la gara di triathlon. Le 55 atlete olimpiche hanno così potuto sfidare i flutti della Senna calcando la passerella artificiale montata sotto il ponte Alexandre III, nel centro di Parigi. Dal 1923 (data di introduzione del divieto prefettizio di balneazione) ieri è stata la prima volta che il fiume di Parigi è stato reputato balneabile e quello delle atlete del triathlon diventa un battesimo storico.

L’iniziativa qualificante messa sul piatto dal Comitato olimpico francese per ottenere i giochi (e i contributi) è costata un patrimonio: oltre 1,3 miliardi di investimenti, lavori monumentali a monte e sotto la Ville Lumière. Per allestire nuovi depuratori, dirottare i liquami delle antiche fognature che sversavano nel fiume da tempo immemore.

 

 

Sta di fatto che gli esperti del Comitato olimpico alle 4 del mattino hanno dato il via libera alla prima gara. A completare la soddisfazione dei francesi anche la vittoria di Cassandre Beaugrand, sesto oro per la Francia. La gara per gli uomini (partita un paio di ore più tardi) è andato invece al britannico Adam Yee. Le piogge torrenziali in queste stagioni (dopo un giugno di siccità prolungata) hanno trascinato nel corso d’acqua che attraversa la capitale francese un po’ di tutto.

E le reti contenitive poste nei tratti fuori città non hanno certo migliorato la qualità delle acque. I valori superiori alla norma di Escherichia Coli hanno sempre superato dal 26 luglio gli indici indicati dal regolamento sanitario. Come se non bastasse gli scrosci di pioggia degli ultimi giorni hanno contributo a far riversare nel sistema fognario parigino una certa quota di acque reflue. Le piogge abbondanti hanno fatto tracimare pure le vasche di depurazione facendo naufragare gli sforzi per ridurre la carica batterica.

Scesi sotto la soglia di rischio (fissata nel 2006) gli atleti si sono tuffati a ripetizione per cogliere la “finestra” sanitaria autorizzata dal Comitato olimpico. All’arrivo però ha colpito l’immagine del canadese Tyler Mislawchuk (nono) visibilmente provato: ha ammesso di aver vomitato dieci volte durante e dopo la gara. Pure le immagini televisive hanno mostrato Mislawchuk, visibilmente esausto, piegarsi in due e vomitare copiosamente subito dopo aver tagliato il traguardo.

Il presidente Emmanuel Macron ha esultato: «Con un massiccio investimento siamo riusciti in quattro anni a fare ciò che è stato impossibile per cento anni». Entusiasta come pochi la sindaca socialista: «Abbiamo vinto la scommessa», ha scandito Anne Hidalgo che una decina di giorni fa si era già tuffata nel fiume a favore di telecamere per dimostrarne la salubrità: «La Senna non è più inquinata», ha decretato. Poi domani le analisi cambieranno di nuovo.

 

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