Se giri l’angolo e trovi uno sconosciuto che ti sfotte per un insuccesso professionale, un po’ ti girano le balle, a meno che proprio non ti interessi nulla del tuo lavoro. Avere una reazione è umano. A quel punto si valuta il tipo di reazione. Esistono infinite versioni migliori rispetto a quella riservata da Acerbi al tifoso del Psg che lo sfotteva dicendo "Barcolà" fuori dal ritiro dell’Inter. Solo con una reazione più educata rispetto alla provocazione si educa al rispetto la persona davanti e, di riflesso, le persone che ti guardano. Acerbi di questo non se ne è curato ed è su questo che l’Inter dovrebbe ragionare.
In questo momento servono persone che pensano a come si comportano e che tengano il profilo basso. Un 37enne dovrebbe capirlo meglio e prima di un ragazzo, se invece il 37enne si permette di agire di istinto proprio in quanto “anziano” allora bisogna fermarsi e fare quattro chiacchiere. Minacciare un tifoso di "riempirlo di botte" non è accettabile a questo livello, a maggior ragione da un professionista esperto. Le prese in giro esistono in ogni mondo, figuriamoci nel calcio dopo una finale persa 5-0. Prima i giocatori nerazzurri se ne faranno una ragione, prima e meglio l’Inter ripartirà.
Inter, lady Acerbi sbrocca: "Soffri e taci!", chi spiana
Sono passati tre giorni dal dramma dell'Inter, la finale di Champions League persa per 5-0 contro il Psg. Triturati,...E al club conviene sfruttare queste "occasioni" per capire chi è rimasto con la testa a Monaco perché presto diventerà un peso. Su Acerbi l’impressione di un ciclo terminato è chiara ed è proprio questa reazione a dirlo. È il caso di dirsi addio per il bene comune. All’Inter servono entusiasmo e sorrisi, non livore e risentimento. Serve futuro, non chi rimane nel passato.