Gigio Donnarumma, indiscrezioni pazzesche: cosa può ottenere

venerdì 11 luglio 2025
Gigio Donnarumma, indiscrezioni pazzesche: cosa può ottenere
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Lo avevano intuito tutti, già dalla finale di Champions League a Monaco di Baviera: il Psg non è un fuoco di paglia. Ma le prestazioni americane al Mondiale per club hanno confermato come quella creata da Luis Enrique sia una macchina da gol e spettacolo pressoché perfetta, mix di qualità tecnica eccelsa, personalità, identità tattica precisa, gamba eccezionale, spavalderia e fame sportiva. Insomma, contro Doué, Kvara e compagni è dura per tutti: i 5 gol in finale all'Inter così come i 4 rifilati al povero Real Madrid di Xabi Alonso pochi giorni fa, in due match dominati nella stessa maniera, lo dimostrano. 

In attesa di capire se i parigini potranno instaurare una "dinastia" (proverà a interromperla subito il Chelsea di Maresca, altra squadra giovane e di grande futuro), sarà da ricercare sotto la Torre Eiffel il candidato d'obbligo al prossimo Pallone d'Oro, perché come da tradizione chi vince (oltre alla Champions, anche lo scudetto e la Coppa di Francia) al 99% decide anche chi sarà il miglior giocatore del 2025 e la prima metà della stagione ha sempre un grosso peso sul giudizio finale. 

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Il guaio è che il Psg ha tante individualità di spicco ma è soprattutto un collettivo. E in questo senso, per una volta, potrebbe venire premiato paradossalmente non chi i gol li fa, ma chi li evita. Gigio Donnarumma al momento è senza dubbio il miglior portiere d'Europa. In Champions è stato decisivo con parate letteralmente sovrannaturali contro il Liverpool e l'Arsenal, mentre con l'Inter è stato suo malgrado spettatore non pagante e questo potrebbe addirittura penalizzarlo un po'. Al Mondiale per Club si è però nuovamente riproposto davanti agli occhi del globo quale "saracinesca umana" con una serie di prestazioni che hanno ricordato la forma insuperabile degli Europei del 2021, quando venne eletto miglior giocatore in assoluto del torneo vinto dagli azzurri a Wembley.

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La concorrenza interna, perlomeno per i primissimi posti del Pallone d'oro, non manca: il brasiliano e capitano Marquinhos (erede morale di Thiago Silva), magari Kvara (che quest'anno ha pure tecnicamente vinto lo scudetto italiano con il Napoli, dove ha giocato fino a gennaio), il baby fenomeno Douè e soprattutto Ousmane Dembelè, ex adolescente prodigio mai sbocciato veramente al Barcellona e che grazie a Luis Enrique quest'anno ha realizzato 35 gol in 42 partite. Tanto per comprenderne l'exploit, l'anno scorso sempre a Parigi erano stati 6 in 42, mentre in Catalogna al massimo era arrivato a 14 complessivi. Insomma, il classico "botto" capace di cancellare dalla memoria collettiva gli addii di Leo Messi e Neymar ma soprattutto l'ultimo, quello di Kylian Mbappè, naufragato (si fa per dire) a Madrid. 

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A favore di Donnarumma però potrebbe giocare anche la statistica: l'unico portiere a venire premiato con il Pallone d'Oro fu il mito russo Lev Yashin, nell'ormai lontanissimo 1963. In un albo d'oro che molto raramente ha visto trionfare giocatori non offensivi, ci sono peraltro due eccezioni: una recentissima, quella dello spagnolo Rodri del Manchester City che ha vinto nel 2024 (grazie però anche al gol in finale di Champions contro l'Inter, guarda un po', e al grande Europeo con la Spagna) e in parte Modric, faro del Real nel 2018 (quando arrivò secondo al Mondiale con la Crozia e vinse tutto a Madrid). In mare di Messi e Cristiano Ronaldo, insomma, la sorpresa a volte ci scappa. Per Donnarumma, peraltro, sarebbe anche un bel riscatto dopo le feroci e ridicole accuse di questi giorni per il grave infortunio procurato al tedesco Musiala

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