Giacomo Raspadori sperava che il Napoli di Conte gli facesse posto nella formazione titolare, passando definitivamente al 3-5-2 o al 4-4-2 che hanno caratterizzato il finale della scorsa stagione. Invece il mercato ha detto che per Jack non ci sarebbe stato posto nemmeno nell’anno che sta per cominciare. Non dall’inizio. Il Napoli ha acquistato ali e mezzali e terzini per avere i doppioni del 4-3-3. Lo spazio per un cambio modulo si è ridotto a zero e Raspadori ha capito di dover cambiare aria.
Un paradosso considerando che proprio con il cambio di modulo che ha permesso a Jack di fare la differenza, il Napoli è riuscito a prevalere sull’Inter. Cinque dei 6 gol segnati da Raspadori lo scorso anno sono arrivati da febbraio in poi, quando il Napoli inizia a faticare. Solo una di queste reti non ha portato punti ed è quella dell’1-2 subito in casa del Como. I gol a Venezia (1-0), Lazio (2-2), Fiorentina (2-1), Lecce (1-0), Genoa (2-2) sono valsi ben 8 punti, bottino ampiamente decisivo per lo scudetto vinto di una sola lunghezza. Nemmeno la versione migliore di Raspadori ha fatto cambiare idea a Conte e al club circa il suo ruolo di dodicesimo uomo, di riserva di lusso, di carta da giocarsi nelle emergenze di uomini odi risultato.
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Volete un altro paradosso? Jack viene considerato un jolly ideale a gara in corso ma in realtà rende di più dall’inizio: solo un gol dei 6 di cui sopra è stato firmato dalla panchina. E sono di più le volte in cui è entrato (15) rispetto a quelle in cui ha iniziato la partita (11). Qualcosa non torna ed è chiaro "cosa": Raspadori è una seconda punta da abbinare a un centravanti capace di assorbire i difensori e pulire palloni, infatti ha trovato il suo massimo rendimento quando ha potuto affiancarsi a Lukaku, ma due punte non le usa quasi nessun top club. Di sicuro non le vuole più usare il Napoli nonostante Conte in passato ne abbia fatto un marchio di fabbrica (dalla Juventus all’Italia, fino all’Inter). Addirittura il mister in questi giorni stava cercando di trasformare Raspadori in una mezzala per fargli spazio nel 4-3-3, ma anche lì tra De Bruyne, McTominay, Anguissa e con l’idea Miretti, i segnali erano chiari: non c’è spazio.
Le eccezioni alle due punte in ambito europeo sono l’Inter, che aveva pensato a lui, e l’Atletico Madrid, che ieri ha strappato il doppio "sì" al giocatore e al Napoli. La richiesta iniziale era di 30 milioni ma poi è subentrata la riconoscenza: si chiuderà a 22 milioni più bonus. Raspadori ha chiesto di essere liberato, ben sapendo che l’Atletico è un rarissimo caso di top club che lo può far giocare nella posizione ideale.
Qualche tifoso del Napoli si è indignato perché Lucca alla stessa età e proveniente dall’Udinese è stato pagato 40 milioni, quasi il doppio. Il problema è che Raspadori non è mai stato titolare nel Napoli, il suo minutaggio è chiaramente da riserva: 1217’ nella stagione di Spalletti, 1900’ nell’annata del giro-panchine, 1325’ con Conte. Non ha fatto il salto di qualità come status e quindi non può farlo nemmeno come prezzo di vendita. Si è trovato un compromesso che ha fatto contenti tutti. È normale che il ragazzo, ormai 25enne, non voglia più aspettare per il salto di qualità definitivo. Il Napoli non gli ha dato la possibilità di compierlo ma almeno lo ha liberato senza troppi problemi. Ci proverà all’Atletico Madrid che forse lo sta ingaggiando anche per salutare Griezmann, sempre più attratto dal prepensionamento saudita.