Non ha visto in diretta il derbyssimo Sinner-Musetti, l’altra notte. L’ha recuperato in registrata ieri mattina per non interrompere il prezioso sonno, importante per un uomo nato nel 1933. Ma Nicola Pietrangeli ci aveva già anticipato: «Non penso proprio che Jannik manchi di pareggiare il mio record di 86 vittorie in uno Sam». E così è stato: il quarto di finale fratricida con Lorenzo Musetti nei quarti di finale degli US Open non ha avuto storia: Sinner ha dominato in tre set (6-1, 6-4, 6-2) e ha raggiunto, come volevasi dimostrare, l’ottava semifinale Slam in carriera e l’86ª vittoria in un major a soli 24 anni.
Nicola, questo risultato la disturba?
«Affatto. Mi ha raggiunto ma questa è l’occasione giusta per cancellare finalmente la leggenda metropolitana secondo la quale io sarei invidioso di Jannik. Ma come potrei?».
In passato l’hanno accusata di esserlo.
«Fandonie. Ma scherziamo? Sinner è un fenomeno assoluto e ha solo 24 anni, un’età nella quale si vive magnificamente il tempo che scorre. Magari li avessi io, i suoi anni».
Come sta, ora, Nicola?
«Male. Fisicamente perché sono bloccato qui in casa davanti al televisore, ma anche psicologicamente. Mi faccio mille domande».
La voce è ancora gagliarda e fiera.
«Ma l’11 settembre ne compio 92 e la cosa più terribile è pensare a mio figlio che non c’è più».
Certo, la capiamo bene. Torniamo a Sinner, le va?
«Certo, se lo merita. Dicevo che non ho mai sostenuto non fosse un fuoriclasse, semmai che ben difficilmente potrà arrivare a battere un altro record che mi appartiene e che non vedo come possa minacciarlo».
Nicola Pietrangeli, la confessione-choc: "Vorrei un giorno senza dolore"
"Vorrei un giorno senza dolore. Perché ho questo dolore fisso all'osso sacro che mi impedisce di muoverm...Ovvero?
«Jannik conquisterà molti più slam del sottoscritto: ora è a quattro vittorie come me, lui tutte in singolare e io in singolare due volte e due in doppio. Ma non ce la farà a superare Pietrangeli in un altro dato».
Ce lo vuol svelare?
«Io ho giocato per 164 volte in Coppa Davis, rappresentando l’Italia con 120 vittorie, 78 in singolare e 22 in doppio. Sinner almeno questo primato non penso riesca a batterlo».
Musetti ha detto: «Jannik mi ha travolto».
«Jannik è il miglior tennista del momento insieme ad Alcaraz. E non mettetemi in bocca cosa che non penso, per esempio che provo gelosie nei suoi confronti».
È il tennista italiano più forte di sempre?
«È sulla buonissima strada anche se aspetterei sempre la fine di una carriera per fare bilanci. Di Federer posso dire ora che è stato il più grande».
Ma Djokovic ha vinto di più.
«Sì, Nole è il più titolato ma Roger era Roger. Quando porti a casa 24 slam hai dalla tua i numeri e il rispetto di tutti. E a 38 anni suonati è arrivato nelle semifinali di tutti gli slam del 2025. Tuttavia la bellezza tennistica di Federer è ineguagliabile e quando giocava a tennis incantava come Rod Laver. Uno che, fra parentesi, io battevo anche».
A proposito di tennis bello: Musetti è uscito dal derby della scorsa notte con le ossa rotte.
«Lorenzo gioca un tennis oggettivamente meraviglioso, ha il mio rovescio a una sola mano, ma Sinner si è dimostrato eccezionale».
Ormai ha soltanto un ostacolo per il ruolo di tennista dominatore di questi anni: Alcaraz.
«Lo spagnolo ha tutti i colpi ma è un po’ pazzerello, ingiocabile se è in giornata e, quindi, in grado di battere Sinner. Ma anche capace di cose folli e di colpi incomprensibili».
Cerca troppo il sensazionalismo?
«Vero. Ma il tennis è regolarità e Jannik, in questo, è un maestro. Potenzialmente ha un decennio di vita tennistica davanti a sé».
Nicola, lei appartiene al senato accademico del tennis: cosa chiede ancora alla vita?
«Non fatemi più passare per un anti-Sinner, per favore. Lo dico da casa mia dove sono bloccato. Non so più in quale lingua dirlo».