Una manciata di secondi, scanditi dagl insulti: "Muto", "Testa di c***o", "Malato di mente". Era appena finita Milan-Juventus del 25 febbraio 2012. Il risultato fu di 1-1 ma tutti parlarono del famoso gol di Sulley Muntari (sarebbe stato il 2-0 per i rossoneri) incredibilmente non visto dalla terna arbitrale. Al termine del match gli juventini circondano l'arbitro per protestare a loro volta e lì si scatena la rabbia di Carlo Pellegatti, il pù famoso dei telecronisti milanisti, contro l'allora allenatore bianconero Antonio Conte, tra i più furenti in campo.
Oggi la Stampa intervista Pellegatti, che ricorda quell'episodio con rammarico. Giornalismo e tifo, spiega, possono coesistere "con la correttezza", sottolineando di aver "sempre manifestato passione per qualcuno e non contro qualcosa". Tranne "rare eccezioni". E una di quella, appunto, è stata Conte.
Quello sfogo rubato in tribuna, riconosce oggi Pellegatti, è stato "il punto più basso della mia carriera e uno tra i più bassi della mia vita. Ero furente, ma non pensavo di essere collegato: l’addetto alla produzione aveva inviato la pubblicità, solo che per un disguido non partì. Chiesi scusa a tutti: a Conte, alla Juve e ai tifosi. Mesi dopo, incrociai Antonio prima di un Milan-Barcellona, mentre allenava la Nazionale. Fu cordialissimo, un vero signore".
Altro divertente aneddoto: Pellegatti, noto per i mirabolanti soprannomi coniati per i giocatori milanisti, un giorno fu costretto a cancellarne uno. "Marco Borriello era un bel ragazzo, un tombeur de femme se faceva gol: lo battezzai Kiss Kiss Bang Bang, ma quando sbagliò un paio di gol mi chiese di cambiarglielo".
In attesa della prima domanda di Pellegatti alla presentazione di Antonio Conte nuovo allenatore del Milan. pic.twitter.com/8KBRFDQdqk
— FMCR (@FMCROfficial) January 5, 2024