Carlo Pellegatti, la confessione: "Insulti a Conte, il punto più basso della mia carriera"

di Claudio Brigliadorigiovedì 18 settembre 2025
Carlo Pellegatti, la confessione: "Insulti a Conte, il punto più basso della mia carriera"

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Una manciata di secondi, scanditi dagl insulti: "Muto", "Testa di c***o", "Malato di mente". Era appena finita Milan-Juventus del 25 febbraio 2012. Il risultato fu di 1-1 ma tutti parlarono del famoso gol di Sulley Muntari (sarebbe stato il 2-0 per i rossoneri) incredibilmente non visto dalla terna arbitrale. Al termine del match gli juventini circondano l'arbitro per protestare a loro volta e lì si scatena la rabbia di Carlo Pellegatti, il pù famoso dei telecronisti milanisti, contro l'allora allenatore bianconero Antonio Conte, tra i più furenti in campo. 

Oggi la Stampa intervista Pellegatti, che ricorda quell'episodio con rammarico. Giornalismo e tifo, spiega, possono coesistere "con la correttezza", sottolineando di aver "sempre manifestato passione per qualcuno e non contro qualcosa". Tranne "rare eccezioni". E una di quella, appunto, è stata Conte.

Quello sfogo rubato in tribuna, riconosce oggi Pellegatti, è stato "il punto più basso della mia carriera e uno tra i più bassi della mia vita. Ero furente, ma non pensavo di essere collegato: l’addetto alla produzione aveva inviato la pubblicità, solo che per un disguido non partì. Chiesi scusa a tutti: a Conte, alla Juve e ai tifosi. Mesi dopo, incrociai Antonio prima di un Milan-Barcellona, mentre allenava la Nazionale. Fu cordialissimo, un vero signore". 

Altro divertente aneddoto: Pellegatti, noto per i mirabolanti soprannomi coniati per i giocatori milanisti, un giorno fu costretto a cancellarne uno. "Marco Borriello era un bel ragazzo, un tombeur de femme se faceva gol: lo battezzai Kiss Kiss Bang Bang, ma quando sbagliò un paio di gol mi chiese di cambiarglielo". 

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