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Marc Marquez, il suo nuovo obiettivo dopo il 9° mondiale

di Lorenzo Pastuglialunedì 29 settembre 2025
Marc Marquez, il suo nuovo obiettivo dopo il 9° mondiale

(Ansa)

2' di lettura

Non è stato solo un traguardo, ma un cerchio che si chiude. Marc Marquez a Motegi ha ritrovato se stesso. Con il 2° posto davanti a Joan Mir e dietro a Francesco Bagnaia- vincitore e finalmente in fiducia con la GP25 dopo i test di Misano - si è preso il nono titolo mondiale riscrivendo la storia, cinque anni dopo l’infortunio di Jerez che sembrava aver spento per sempre ogni possibilità di vittoria. Lacrime, urla liberatorie e l’abbraccio col fratello Alex (6° ieri) sono i simboli di un digiuno spezzato dopo 2.184 giorni, con nel mezzo 30 gare mancate, due episodi di diplopia agli occhi, quattro operazioni all’omero del braccio destro, una sindrome compartimentale e una frattura metacarpale. All’indomani del botto di Jerez, il ritorno in pista nel GP-bis andaluso, una settimana dopo la prima operazione, fu fatto con troppa fretta e lo obbligò al nuovo stop, per così tornare nel GP di Portogallo 2021 e riprendersi la vittoria in gara in Germania. Nel 2022 un duro highside in Indonesia gli causò la diplopia agli occhi, mentre dopo il Mugello subì il quarto intervento all’omero del braccio destro. Da qui una nuova risalita, prima dell’arrivo in Ducati Gresini l’anno scorso (trionfando nei GP di Aragon, Misano e Australia) e di dominare tutto quest’anno in Ducati ufficiale: 11 successi in gara, 14 nelle Sprint su 17 appuntamenti svolti.

CORSI E RICORSI
E pensare che la GP25 Marc non avrebbe dovuto guidarla, dato che la scelta del team dell’a.d. Claudio Domenicali era portare Jorge Martín in “rosso” dalla Pramac nel 2025, prima che l’entourage dello spagnolo sbattesse i pugni sul tavolo minacciando di andare via. Impossibile per Borgo Panigale far sì che il pilota più “social” della MotoGP se ne andasse, e puntare su di lui si è rivelata una scelta sbagliata dato che Martín ha passato la stagione distruggendosi in pista con vari infortuni - l’ultimo nella Sprint di sabato: la frattura scomposta della clavicola destra nel contatto con Marco Bezzecchi al via - e tentando di rompere in anticipo il contratto con l’Aprilia. 

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«Ho fatto errori, sono tornato troppo presto- le parole di Marc- ma ho lottato per rivincere. Ora sono in pace con me stesso». Il titolo lo porta alla pari con l’odiato rivale Valentino Rossi (sette i titoli MotoGP per entrambi), con la voglia di eguagliare gli otto in classe regina conquistati dell’eterno Giacomo Agostini (15 quelli totali, gli altri sette vinti nella scomparsa classe 350). In qualche statistica, però, i numeri del pesarese restano superiori, in particolare le vittorie complessive (115-99), i podi (235-165) e i giri veloci (96-88). Ma Marquez, con 102 pole contro 65, ha scritto una storia di resilienza che lo avvicina alla leggenda. Motegi, così, è diventato il teatro più dolce di una carriera, la sua, capace di rinascere dalle macerie. Hanno chiuso la top-10 ieri: Bezzecchi (4°), Morbidelli (5°), R. Fernandéz (7°), Quartararo (8°), Zarco (9°) e Aldeguer (10°).