In occasione del decimo “Simposio” organizzato dalla Fondazione Roma, Adriano Panatta e Paolo Bertolucci hanno animato il dibattito con aneddoti, ricordi e riflessioni sul presente del tennis italiano. I due ex campioni hanno ripercorso insieme gli anni a Formia e il 1976, quando l’Italia vinse la sua prima storica Coppa Davis.
Non sono mancati commenti sul presente, in particolare sulla mancata partecipazione di Jannik Sinner alla Final Eight di Bologna. Bertolucci ha sottolineato: “Ha detto un anno fa che non avrebbe giocato — ha detto l’ex tennista — Lo sbaglio è stato nella comunicazione. Hanno aspettato l’ultimo momento, vendendo prima i biglietti”. Per Bertolucci, la Nazionale resta competitiva anche senza il campione altoatesino: “C’è Musetti, Berrettini sta tornando e un ottimo doppio. Giusto che i riflettori ora vadano su loro. Italia, Spagna e Repubblica Ceca sono sullo stesso livello”.
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"Sinner da fuori sembra perfetto, ma io l’ho visto anche nei momenti di frustrazione: lanciare la racchetta, ...Panatta, invece, ha espresso con fermezza il proprio punto di vista sull’attuale format di Davis: “Avrei giocato, ma i tempi cambiano e questa Davis fa ridere”. L’ex tennista romano ha poi criticato il sistema di punteggio e la gestione delle partite: “Non potevano comunicarlo per via della squalifica, per questa generazione è più importante una settimana di riposo che la coppa, per noi non è concepibile dire no. Ma questa Davis fa ridere, il doppio non può valere il 33% della qualificazione. Musetti? Deve trovare continuità come top 4, è comunque un giocatore divertente da vedere”.
Panatta non ha poi risparmiato nemmeno un giudizio sul tennis contemporaneo: “Abbiamo disputato quattro finali, tutte fuori casa, la squadra era forte, coesa — ha proseguito — Il tennis è cambiato, è monotono. Schemi solo da fondo campo, molto in diagonale, si ignora la palla corta. Poi lo schiaffo al volo è volgare, offensivo”. Infine, il confronto sui giovani talenti evidenzia come Sinner e Alcaraz siano destinati a sfide decise dai dettagli, dal servizio e dalle condizioni del momento, confermando l’equilibrio tra le nuove generazioni di grandi del tennis mondiale.

