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Altro che evasore, Sinner è campione pure tra i contribuenti dello Stato italiano

Solo di tasse sui montepremi che ha vinto in Italia nel 2025 (circa 5 milioni di euro), il tennista altoatesino ha versato all'erario tricolore poco meno di 1,5 milioni di euro
di Tommaso Lorenzinigiovedì 20 novembre 2025
Altro che evasore, Sinner è campione pure tra i contribuenti dello Stato italiano

3' di lettura

Penso che sia Sinner, sia io, siamo ossessionati l’uno dall’altro», confessa Carlos Alcaraz al quotidiano spagnolo Marca. Che fessi siamo, noi che pensavamo che Jannik fosse invece ossessionato dalla voglia di far vedere quanto si senta italiano, dalla brama di far ricredere tutti quei “Gramellini boys” che gli ricordano a ogni cambio di campo quel cognome un po’ “tetesco”, quel capello un po’ troppo nordico, quella rinuncia alla Coppa Davis dopo aver detto no anche a Sanremo e al Quirinale. «Jannik sarà così frustrato da queste accuse di lesa maestà che, dopo aver sbancato per il secondo anno di fila le Atp Finals, ha dovuto staccare la spina e concedersi una pausa al Garda Golf Country Club di Soiano del Lago: una partita a 18 buche, la visita di papà Haspeter che a Torino non c’era e poi le coccole della fidanzata Laila. Siamo certi che Jan sul green abbia pure avvertito un leggero fischio alle orecchie per le lamentele su quella residenza a Montecarlo dove le tasse sono un po’ frou frou, e che sarebbe meglio si spostasse nuovamente in Alto Adige...

Peccato che, come scrive Italia Oggi, oltre a essere il numero 1 del tennis italiano (e 2 del mondo) Sinner è anche in cima alla lista dei contribuenti del Fisco come “persona fisica”. «Solo di tasse sui montepremi che ha vinto in Italia nel 2025 (circa 5 milioni di euro), Sinner ha versato all’erario tricolore poco meno di 1,5 milioni di euro», scrive il quotidiano economico, che sottolinea come «si dovrebbero aggiungere pure le imposte sui redditi prodotti da Sinner in Italia nei giorni in cui è stato sul suolo nazionale (sponsorizzazioni, ospitate, ecc), e anche le imposte pagate ad esempio sugli investimenti immobiliari fatti a Milano (spesi circa 7 milioni di euro per due appartamenti in centro)». Di fatto, Sinner risiede a Montecarlo uno-due mesi: lì ha le società che si occupano della sua immagine e lì versano le imposte. Nei mesi restanti, il tennista gira per il mondo, gioca e, a seconda dei premi incassati, corrisponde il dovuto in base alla legislazione locale: che sia New York, Shanghai, oppure addirittura niente, come nel caso del pantagruelico torneo in Arabia Saudita (6 milioni vinti), a quanto pare esentasse.

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Insomma, per la prossima discussione al bar segnatevi queste cose, chiedendo anche qualcuno possa fornire un singolo motivo per cui Sinner (come qualunque altro di noi) dovrebbe pagare le tasse in un posto in cui vive di rimbalzo. Vero, c’è sempre chi tende a incazzarsi spiegando che non va bene che i comuni mortali debbano restare inchiodati là dove sono e lì pagare le tasse, mentre i vip possono scegliere il paradiso fiscale di turno, ma non si tratta di essere al di sopra delle regole, quanto della possibilità di poter rispettare certi requisiti economici: vanno bene per Montecarlo? Sinner si trasferisce a Montecarlo, dove ci sono strutture, servizi e un contesto tennistico adatto alle sue necessità... È un privilegio? Certo. Ma grazie a fenomeni come lui, che i privilegi se costruiscono e li coltivano, ad esempio, l’Italia con le ultime Atp Finals ha avuto un gettito fiscale di 100 milioni. Game, set, match...