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Gilbert punta il Lombardia: suo il Gran Piemonte

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Il belga, brillantissimo, si aggiudica la corsa di Biella. Sabato sarà il favorito per la Classica delle foglie morte

Roberto Amaglio
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Philippe Gilbert lancia la sua candidatura ufficiale alla conquista del prossimo Giro di Lombardia, in programma sabato con arrivo a Como. Il belga della Silence Lotto, infatti, ha vinto con autorità il Gran Piemonte, ripetendo l'exploit del 2009. L'ennesima prova di forza del 28enne di Verviers, il quale ha preceduto in uno sprint ristretto Bertagnolli, Breschel e Filippo Pozzato. Come nel 2009 - Il segnale dato da Gilbert in quel di Biella è particolarmente significativo, in quanto il corridore belga sta ripercorrendo passo passo quello strepitoso finale di stagione già visto nel 2009, quando si portò a casa in rapida successione la Coppa Sabatini, la Parigi-Tours, il Giro del Piemonte e, dulcis in fundo, il Giro di Lombardia. Complice il mondiale australiano che gli ha imposto di centellinare i suoi impegni, in questo 2010 Gilbert ha vinto meno, ma la potenza della pedalata sembra proprio quella dei giorni migliori. In vista del Lombardia - La vittoria al Piemonte, tuttavia, è importante in prospettiva Giro di Lombardia, la prestigiosa corsa delle foglie morte che rappresenta l'ultima classica del calendario internazionale. Già da qualche settimana i favori dei pronostici sono indirizzati a Gilbert, con gli avversari principali (Evans, Nibali, Pozzato e Samuel Sanchez) che appaiono un gradino sotto. Questo successo conferma le previsioni dei tecnici. Attenzione però al percorso, che non è più quello degli ultimi anni: gli organizzatori della Rcs, infatti, hanno eliminato il Civiglio, in passato penultima ascesa prima del San Fermo. Al suo posto ecco la Colma di Sormano a 41 km dall'arrivo, salita già affrontata nel Lombardia prima che questo cambiasse percorso per approdare nella provincia di Bergamo. L'ascesa di 9 km è stata inserita immediatamente dopo il Ghisallo e ben si presta a dei tentativi da lontano. La vera incognita, tuttavia, sono quei 22 km di pianura tra la fine della discesa e l'attacco del San Fermo: un tratto in cui sarà davvero complicato controllare la corsa, soprattutto per un Gilbert che sarà l'osservato speciale del gruppo.

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