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Carcere di Regina Coeli, il detenuto di 65 anni: "Violentato a turno", chi sono i due mostri

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Nuovo caso di abuso sessuale nel carcere romano di Regina Coeli. La vittima è un detenuto tossicodipendente di 65 anni rinchiuso a causa di reati legati allo spaccio, riporta Il Messaggero. Per due giorni il romano è stato violentato dai compagni di cella di origine bosniaca. “Mi hanno minacciato con un coltello, se racconti quello che ti abbiamo fatto ti uccidiamo. Poi mi hanno legato e violentato a turno” queste le dichiarazioni dell'uomo. Approfittando della scarsa sorveglianza nella Settima Sezione, reparto Covid, dove vengono trasferiti i contagiati, i due hanno sequestrato e abusato sessualmente del detenuto. In questo reparto infatti, non esistono celle all'aperto, per ragioni sanitarie, e quindi i controlli sono meno frequenti.

 

 

 

 

È stato aperto un fascicolo dalla procura di Roma per sequestro e violenza sessuale. Ora gli accusati sono in isolamento fino a nuovo ordine. La procedura adottata in questi casi è solitamente del trasferimento in altri istituti penitenziari. Il segretario laziale del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), Maurizio Somma che ha denunciato l'accaduto, ha così commentato il fatto: “Un episodio vergognoso e raccapricciante è favorito dall'allentamento dinamico della sicurezza interna dovuto alla vigilanza”.

 

 

 

 

Donato Capece, segretario generale del Sappe ha dichiarato: “La situazione è e quanto emerso in queste ore ci preoccupa. Il sospetto è che non si tratti di un caso isolato. La vigilanza, a causa del ridotto numero di agenti di polizia è ridotta all'osso. Rischiamo che i carcere prendano il controllo del”. Stando ai numeri, infatti, il personale risulta estremamente ridotto, solo a Regina Coeli si contano 143 unità in meno. “La vigilanza può essere garantita con un poliziotto ogni 10. La media che registriamo da due anni a questa parte è molto più bassa, disponiamo di un agente ogni 70 carcerati” precisa Capece. Ad aggravare la situazione nelle carceri è stato anche il Covid che, con i focolai venutisi a creare, complica ancora di più la gestione dei buoni. Proprio a Regina Coeli hanno registrato 211 positivi con un numero di carcerati pari a quasi 300 in più rispetto ai posti disponibili

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