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Immigrazione, una bomba nascosta sotto al tappeto per soccorrere Letta e il Pd

Pietro Senaldi
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Ce lo chiede l'Europa: italiani, fate qualcosa per fermare la nuova ondata di immigrati clandestini che è già partita dal Nord Africa. Una marea umana destinata a ingrossarsi sempre più, a causa del riaccendersi della guerra civile in Libia e del disastro sociale che ha travolto la Tunisia, tecnicamente fallita e alla quale il Fondo Monetario ha imposto una cura greca come condizione per il proprio salvifico intervento. In Italia c'è un partito che, giusto qualche giorno fa, ha lanciato una campagna elettorale comandata dalla slogan "chi vota noi, vota l'Europa, chi vota gli altri sta con Putin". Eppure questo partito, il Pd di Letta, è totalmente insensibile alle preoccupazioni di Bruxelles sul tema migratorio, refrattario a ogni politica di contenimento dei flussi. Fino a qualche tempo fa, viveva l'invasione dei clandestini come una benedizione divina e predicava accoglienza e frontiere colabrodo. Oggi ha nascosto la narrazione entusiastica sotto il tappeto e si limita ad alzare le mani, come se l'immigrazione clandestina fosse un fenomeno inevitabile, ma la ricetta è cambiata poco, da applausi e porte aperte a spallucce e porte aperte.

 

 


LA GRANCASSA
Questo stesso partito vive con l'orecchio a terra, pronto a intercettare ogni minimo sussulto da oltreconfine che possa essere manipolato e scagliato contro l'avversario politico, ossia il centrodestra; tutto fa brodo per dire che Meloni e Salvini non potranno governare anche se vinceranno, perché all'estero chi conta storcerebbe il naso. Ogni sussulto che può servire alla bisogna viene ingigantito. Quando però da oltrefrontiera arrivano allarmi fragorosi, se questi non sono funzionali, vengono bellamente ignorati. Così è capitato agli articoli apparsi di recente sullo spagnolo El Pais e il francese Le Monde, due quotidiani che solitamente Letta e compagni usano come un randello contro il centrodestra ma che a questo giro sono stati bellamente ignorati.

 

 


Come mai? Semplice, ieri i nostri partner Ue hanno detto che, dopo anni, l'Italia rischia di tornare il ventre molle dell'Unione, il tappeto rosso steso a milioni di disperati per arrivare nel Vecchio Continente. Era dai tempi di Renzi premier che non succedeva. Allora abbiamo avuto anche 170mila sbarchi di clandestini in un anno, ridotti a cinquemila quando Salvini si insediò al Viminale. Ora, dopo tre anni di cura Lamorgese all'Interno - ma la ministra ha colpe relative, perché sono i dem a tirarne le fila - rischiamo di essere punto a capo.


IL RANDELLO
E il Pd, responsabile dello sfascio per aver, con il governo Conte 2, smantellato i decreti sicurezza della Lega, aperto i porti alle navi delle Ong e abbandonato ogni tentativo di gestione del fenomeno in Libia, come invece facevano Minniti e Salvini, cosa fa? Non trova niente di meglio da fare che sostenere che gli immigrati ce li manda Putin, per dare una mano alla Lega visto che si vota. Certamente, visto che di fatto siamo in guerra con loro, i russi useranno gli immigrati come stanno usando il gas, come bomba contro l'Occidente. Ma in questa operazione, come in quella del caro energia, i migliori alleati di zar Vladimir non sono i partiti di centrodestra, bensì i giallorossi, che hanno lasciato la Penisola indifesa rispetto agli arrivi dal mare, così come l'hanno resa dipendente dalla Russia sotto il profilo dell'approvvigionamento energetico. Le tesi di Salvini e Meloni in tema di geopolitica, immigrazione, economia, risorse, sono tacciate dagli avversari di essere politicamente scorrette dal punto di vista morale, ma sotto l'aspetto strategico e pratico si rivelano spesso politicamente azzeccatissime. Forse perché nell'analizzare la realtà e nell'affacciarsi sul mondo il centrodestra non ha gli occhi foderati dall'ideologia, che ha portato la sinistra di fronte ai bivi storici degli ultimi anni a prendere sempre la strada sbagliata.

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