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Migranti morti in mare? Alla sinistra interessano solo con Meloni al governo

Alessandro Gonzato
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Toh: Giorgia Meloni va al governo e la sinistra si accorge dei migranti che muoiono in mare. Un po' in ritardo, invero, dato che mai come nei tre anni di Luciana Lamorgese al Viminale l'Italia ha contato così tanti sbarchi illegali e tragedie, ma è bastato che l'esecutivo di «destra -centro» lo come chiamano nel ridicolo tentativo di denigrarlo si insediasse, per destare le coscienze delle anime belle. Il maitre a penser Roberto Saviano, campione di uscite a vuoto, se n'è uscito twittando così: «Due bambini morti carbonizzati. Due gemellini neonati morti di stenti. In pochi giorni. Il primo atto del ministro degli Interni Matteo Piantedosi è stato fermare due navi Ong per cavilli burocratici. Questo non significa difendere i confini, ma condannare a morte chi è in mare». Una quarantina di associazioni tra cui numerose Ong sono scese in piazza a Roma per manifestare contro il rinnovo degli accordi tra Italia e Libia. Tra le più attive Elly Schlein, la vicegovernatrice Dem dell'Emilia Romagna e aspirante futura leader del partito, la quale sulla «politica dei blocchi in mare» ha annunciato battaglia in parlamento.

 

Ci sono poi le dichiarazioni polemiche della scrittrice italo-ghanese Djarah Kan, che in occasioione della presentazione dell'ultimo dossier statistico sull'immigrazione del Centro studi e ricerche Idos ha detto che l'Italia «è un Paese che vive nella totale negazione della sua multiculturalità». Andiamo avanti.

I TEMPI DI SALVINI
Mentre ieri venivano ripescati altri due morti vicino a Lampedusa e l'hotspot di Contrada Imbriacola raggiungeva di nuovo il quadruplo della capienza consentita, 1.200 "ospiti" a fronte di 350 posti, il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna (Pd), dichiarava che pur stimando il ministro Piantedosi teme «un ritorno ai tempi di Salvini». Ecco: i tempi di Salvini. Prendiamo in esame il primo semestre 2019: gli arrivi di richiedenti asilo erano scesi dell'85% rispetto al 2018 e del 96% rispetto al 2017, e l'equazione meno partenze meno morti è talmente evidente che la capiscono tutti, ma ovviamente nei tutti non rientrano i Dem.

Sotto la (non) gestione Lamorgese, dicevamo, nel Mediterraneo centrale, dunque diretti in Italia, sono morti circa 3 mila disperati, e a fine settembre di quest' anno le vittime sono già 1.176, ossia l'84% dei morti dell'intero Mediterraneo (1.400), quanti nell'intero 2021. Nel 2020, altro anno di (dis)grazia targato Lamorgese, ne sono morti altri 800, e anche loro puntavano le nostre coste. Ancora dati. Dall'inizio dell'anno il Viminale ha già registrato 79.647 arrivi (2.044 gli sbarchi, + 50,8% rispetto al 2021), in tutto l'anno scorso erano stati 52.822, e l'anno prima nonostante il rallentamento dei flussi dovuto al Covid 26.970, comunque più del doppio di quelli dei tempi di Salvini, 11.471. Le cifre sono dell'Alto Commissariato della Nazioni Unite (Unhcr), e ovviamente sono al ribasso, visto che c'è un numero di vittime che inevitabilmente sfugge ai conteggi ufficiali. Oltre il 90% dei migranti che partono dal Nord Africa hanno come meta l'Italia. Nelle ultime ore a Lampedusa sono arrivati 250 richiedenti asilo in 6 sbarchi differenti e il Viminale è stato costretto a trasferirne 560 dal centro d'accoglienza che era di nuovo sul punto di esplodere. Al largo dell'isola è affondato un barcone: altro morto, una donna guineana, probabilmente due, visto che non si trova un uomo ivoriano. Il porto calabrese di Crotone è ormai l'altro principale approdo degli irregolari. L'ultimo arrivo, quello gestito nella fase conclusiva dal pattugliatore "Diciotti", ha portato altre 650 persone, e in tutto nelle ultime ventiquattro ore a Crotone ne sono arrivati mille.

 

ONG IN PRESSING
Nel frattempo la nave Ocean Viking di Sos Méditerranée si trova nelle acque al largo di Malta con a bordo 202 nordafricani. La "Humanity One" è in acque internazionali al largo della Sicilia e chiede insistentemente all'Italia il permesso di sbarcarne altri 180. Piantedosi al momento ha interdetto l'approdo a entrambe perché non avrebbero agito «in linea con lo spirito delle norme europee e italiane di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all'immigrazione illegale».

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