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Ong, l'Ue a gamba tesa sull'Italia: "Asilo a chi è nelle vostre acque"

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Il braccio di ferro tra le Ong e il governo italiano prosegue. I "taxi" del mare che cercano di scaricarci migliaia di migranti a ogni sbarco hanno trovato questa volta un osso duro al Viminale. Il ministro Piantedosi infatti sta cercando di limitare i flussi in arrivo nel nostro Paese cercando di gestire gli sbarchi che arrivano dalle navi umanitarie. Come sappiamo la Humanity 1 ha fatto sbarcare donne e bambini e i migranti che hanno bisogno di assistenza: a bordo restano 35 persone. Una mossa questa che ha un obiettivo molto chiaro e legittimo: svegliare l'Europa dal torpore sul fronte migranti per cercare di stabilire in modo forte una politica di redistribuzione in tutti gli Stati membri. L'Italia non può restare il confine d'Europa su cui si possono ammassare tutti i migranti in fuga dall'Africa.

Finora Bruxelles ha preferito girarsi altrove venendo meno alla solidarietà tra gli Stati che fanno parte dell'Unione. Ma proprio l'Unione Europea adesso interviene sulla crisi che si sta consumando nei porti italiani e tra le righe ci impone l'accoglienza ricordando un "cavillo" legale che potrebbe dare il via a una vera e propria invasione. "I cittadini di Paesi terzi presenti nel territorio di un Paese membro, incluse le acque territoriali, possono fare domanda d’asilo e in questo caso gli Stati membri sono tenuti a offrire un accesso effettivo alle procedure d’asilo nel rispetto del chiaro quadro normativo in vigore", a chiarirlo è stata Anitta Hipper, portavoce della Commissione europea per gli affari interni, rispondendo a una domanda sui migranti bloccati a largo delle coste italiane. Una norma, quella citata dalla Hipper, che potrebbe avere conseguenze pesantissime sul nostro Paese. Ancora una volta siamo soli davanti alla crisi migratoria. 

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