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Immigrazione, piano-Meloni: maxi-conferenza per il controllo dei confini

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L'emergenza-immigrazione rimane in cima all'agenda di governo. E Giorgia Meloni sta mettendo a punto la prossima mossa, ovvero una grande conferenza a Roma, tra forum economici e missioni politiche. L'attenzione è per i Balcani, insomma non soltanto il Mediterraneo preoccupa per quel che riguarda gli arrivi e la difesa dei confini.

Al centro dell'attenzione, insomma, la rotta ad Est, perché gli arrivi a Trieste si fanno sempre più numerosi, soprattutto a causa del possibile nuovo conflitto tra Serbia e Kosovo. Per questo, nei prossimi mesi - assicura La Stampa - verrà organizzata a Roma una conferenza dei Balcani occidentali. Obiettivo, muoversi sia per difendere i confini sia per aiutare i Paesi che non chiedono di essere scordati dall'Europa, una mossa con la quale Meloni mira ad avere più potere in Europa proprio per quel che riguarda il controllo dei confini.

Domani, martedì 6 dicembre, Giorgia Meloni sarà a Tirana insieme agli altri capi di Stato e di governo dell'Unione proprio per il vertice tra Ue e Balcani occidentali, al centro la spinosa questione dell'allargamento europeo. Giovedì a Bruxelles, invece, i ministri dell'Interno dell'Unione dovranno decidere se consentire l'ingresso di Bulgaria e Romania nell'area Schengen, alla quale la Commissione ha già dato il via libera. Sulla svolta, però, pesa la contrarietà esplicita dell'Austria e pesano le forti perplessità di paesi quali Germania e Paesi Bassi. Probabile insomma che il Consiglio dell'8 dicembre finisca col non decidere.

 

Tornando alla futura conferenza di Roma, sempre La Stampa fa sapere che se ne è iniziato a parlare durante la visita in Kosovo e Serbia di Antonio Tajani e di Guido Crosetto dello scorso 22 novembre. Un viaggio il cui obiettivo era tentare una mediazione tra Serbia e Kosovo, uno degli scenari più esplosivi d'Europa. Il punto è che il governo italiano, su quest'emergenza, ritiene di avere un vantaggio storico rispetto agli altri alleati: la Francia, tradizionalmente, è vicina alla Serbia, che non ha mai rotto del tutto i legami con Mosca. Mentre la Germania, nella percezione dei governi dell'area balcanica, ha troppi interessi per essere ritenuta neutrale. E l'Italia, insomma, ha un ampio terreno su cui muoversi.

 

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