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Cutro, i cadaveri contano solo se governa la destra: quanta ipocrisia

Iuri Maria Prado
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Il migrante che prova ad accostarsi al nostro Paese e finisce cadavere in un sacco di plastica ha un diritto relativo e precario alla prima pagina: deve morire affogato mentre governa il centrodestra per ambire a tanto, altrimenti finisce nel pastone indifferenziato delle cose brutte del mondo, il ritiro dei ghiacciai e l’egoismo capitalista, la cultura dell’odio e l’ingiustizia della grammatica patriarcale. Chi pure pensasse - e chi scrive, sommessamente, lo pensa - che la strage di Cutro, come tante altre prima, potesse essere evitata, se fosse onesto dovrebbe riconoscere che non c’entra in nessun modo questo governo, questo ministro, questa maggioranza, ma il generale atteggiamento e le politiche condivise di un intero sistema il quale non ha messo abbastanza risorse per adempiere al proprio dovere di salvare quella gente in mare: anzi, un sistema che neppure ha mai mostrato di voler davvero assumere quel dovere.

 

 


Per questo appariva francamente sciatto e intollerabilmente demagogico il discorso - invece applauditissimo - che Matteo Renzi ha tenuto l’altro giorno al Senato, una requisitoria con citazioni da Bacio Perugina che addebitava al ministro Piantedosi di aver oltraggiato - bum! - i “duemila annidi civiltà” che avrebbero portato a trarre in salvo anziché a lasciar morire quei disgraziati. Ma i venticinquemila morti nel mediterraneo in meno di un decennio non sono morti più giustamente, più scusabilmente o inevitabilmente solo perché a margine di quello stillicidio non c’erano le parole poco sorvegliate di un governante incalzato dalla stampa. Il fatto è che l’azione della maggioranza di governo in questo campo, come in qualsiasi campo, può essere giudicata inadeguata, persino scellerata, e dunque criticata anche duramente: ma quel fatto non toglie l’altro, e cioè che sul fronte avverso non c’è nulla di meglio che fuffa, il solidarismo magliaro che salva il migrante dalla sua condizione di bovero n**o allungandogli una tessera sindacale e promettendogli l’intruppamento nel nostro welfare tanto straccione quanto costoso.

 

 

Roba buona per il comizio arcobaleno, ma non per evitare che quelle tinozze colino a picco nello strepito o nel silenzio secondo che a governare sia l’uno o l’altro. Il destino del migrante non è mai stato diverso se sulla tolda italiana penzolava il rosario impugnato da Matteo Salvini anziché il bandierone delle pretese accoglienze progressiste, quelle che tante volte tenevano a mollo altrettanti disperati ma senza che si muovessero delegazioni in gommone con cronisti umanitari embedded e senza processi al ministro definito bastardo in mondovisione. Bisogna sottrarre i migranti alla grinfia mortifera della destra. Hanno diritto di affogare democraticamente. 

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