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Migranti, ammiraglio de Felice: "Unica soluzione? Interdizione navale in Africa"

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L’ammiraglio Nicola de Felice, tecnico della Marina Militare, ha rilasciato delle dichiarazioni all’Adnkronos sul tema dell’immigrazione. “La situazione economica e sociale in Libia e in Tunisia - ha esordito - sta favorendo la tratta degli esseri umani a danno di intere popolazioni indotte ad emigrare in Europa clandestinamente e a pagamento dai loro Paesi di origine dell’Africa e dell’Asia”. 

 

 

Questo fenomeno non solo incrementa le morti in mare e comporta l’arrivo di un massiccio flusso di migranti clandestini sul territorio europeo, ma anche “arricchisce numerose organizzazioni criminali che investono gli incassi ottenuti dal pizzo pagato dagli illegali nel traffico di armi e di droga, alimentando guerre e faide”. In questo quadro l’ammiraglio de Felice esorta l’Ue a “lanciare una nuova missione di interdizione navale in Libia e in Tunisia, caratterizzata dall’adozione di un approccio globale alle iniziative di contrasto alla tratta degli esseri umani, con l’obiettivo principale di azzerare l’immigrazione illegale in Europa con interventi selettivi nelle acque territoriali e contro le strutture logistiche a terra della Libia e della Tunisia”.

 

 

“L’interdizione alle navi o galleggianti - ha spiegato - è una misura selettiva che, pur non essendo un blocco navale indiscriminato di chiusura dei porti libici e tunisini né un embargo esteso a forniture commerciali, serve a tenere sotto stretto controllo i traffici marittimi illeciti del Mediterraneo nonché il dilagare di minacce terroristiche. L’obiettivo strategico è quello di stabilizzare e ricostruire gli Stati rivieraschi della sponda sud del Mar Mediterraneo al fine di tutelare gli interessi europei, vincolati alla preservazione delle fonti di approvvigionamento energetico nonché di evitare il caos ora dilagante in nord Africa”.

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