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Immigrazione, teppismo mediatico contro il governo

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Pietro Senaldi
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A precisa domanda del sottoscritto, sul palco della scuola di formazione della Lega, sul perché l’Italia sia la meta preferita, quasi l’unica, di profughi e immigrati clandestini di mezzo mondo, che vengano dal cuore dell’Africa o dal lontano Oriente, il ministro dell’Interno ha detto che dipende molto dalla nostra posizione geografica, un braccio teso nel cuore del Mediterraneo che pare congiungere l’Europa al continente nero. Poi, incalzato, ha aggiunto che da noi una parte dell’opinione pubblica è favorevole agli ingressi illegali e mezzo Parlamento di fatto non li ostacola. Sono posizioni che non possono che attirare i disperati da noi, che siamo la nazione che più li salva eli ha in cura.

Tanto è bastato perché dai media progressisti partisse una gragnola di critiche all’esecutivo. Totalmente gratuite e pretestuose. Intendiamoci, contestare un progetto di legge che non si condivide è legittimo per degli analisti politici e doveroso per l’opposizione. Lecito e meritorio anche rimarcare quando qualche esponente del governo si lascia scappare una parola di troppo nella circostanza sbagliata. Quello che non va bene è la sistematica ricerca del capello fuori posto, dello spunto per fare polemica e demolire l’azione dell’esecutivo, la trasformazione del particolare insignificante nel tutto condizionante.

 

Se fossimo una democrazia matura, la critica selvaggia e pretestuosa danneggerebbe chi la fa, non chi la subisce. Trasformare l’analisi politica critica, il cosiddetto ruolo di cane da guardia del potere che la stampa deve avere, e l’attività di opposizione al governo in una vocazione al massacro dell’avversario dimostra scarso rispetto delle istituzioni prima ancora che del rivale politico. La democrazia si difende non gridando al fascismo per ogni baggianata ma evitando di inventarsi pretesti per mettere in difficoltà, finanche sabotare, l’azione di chi governa in virtù di un mandato popolare e che viene contestato per il semplice fatto di avere escluso per un giro la sinistra dalle stanze del potere. Il teppismo mediati co ormai è diventata una professione poco nobile ma nobilitante nei salotti giusti. È un’azione di disturbo permanente che non ha per nulla in conto gli interessi della nazione ma testimonia solo il mal di pancia di chi è stato costretto a ingoiare un amaro boccone che si chiama volontà popolare. Rosiconi, si potrebbe chiamarli, prendendoli in giro, ma in realtà sono più pericolosi, perché capaci di tutto, come tanti chiacchieroni che quando è toccato a loro hanno fallito.

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