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Migranti, Sea Watch: "Respingimento illegale", la risposta della Guardia Costiera

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"La continua violazione dei diritti umani nel Mediterraneo centrale non è più accettabile. I naufraghi devono essere portati in un posto sicuro": la Sea Watch continua a puntare il dito contro l'Italia. Il motivo questa volta è rappresentato dal barchino con 27 persone in fuga da Bengasi soccorso la scorsa notte, "dopo quasi due giorni" di attesa, dalla petroliera P Long Beach che adesso sta facendo rotta verso la Libia.

Pare che ieri l'imbarcazione sia stata segnalata sia all'Italia che a Malta per un immediato soccorso. "La petroliera sta compiendo un respingimento illegale in Libia coordinata dalle autorità italiane", ha denunciato la Sea Watch, sottolineando che "altre centinaia di persone stanno rischiando la vita in mare in queste stesse ore". 

La Guardia Costiera italiana ha replicato con i fatti: la nave Diciotti ha soccorso al largo della Sicilia, nelle acque Sar italiane, 423 migranti che si trovavano a bordo di un peschereccio. "Le persone soccorse sono state in parte poi trasferite nei porti di assegnazione anche grazie all’impiego della motovedetta CP320 e della Nave di Frontex MAI 1107", ha fatto sapere la Guardia Costiera. Che poi ha aggiunto: "Nella notte c’è stato un nuovo intervento da parte di Nave Diciotti, con il supporto di nave Dattilo, a favore di un barcone con 671 migranti a bordo, avvistato a 49 miglia a sud-est di Siracusa, in area Sar italiana. Le operazioni di trasbordo, con l’ausilio della motovedetta CP320, sono state ultimate questa mattina". 

Sul barchino con 27 persone a bordo, invece, nella nota si legge che "il Centro di Coordinamento e soccorso marittimo di Roma nella notte scorsa ha cooperato, conformemente a quanto previsto dalle vigenti Convenzioni internazionali sul soccorso marittimo, con l’omologo Centro di coordinamento marittimo della Guardia Costiera libica, nell’ambito di un evento occorso all’interno dell’area di responsabilità di quel Paese. Le unità mercantili coinvolte in questa attività di soccorso, sebbene inizialmente contattate dal Centro di soccorso italiano, hanno successivamente ricevuto le istruzioni direttamente dall’Autorità libica, competente per il soccorso marittimo in quell’area, che ne ha, pertanto, legittimamente assunto il coordinamento". 

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