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Germania, soldi alla Ong che ha fatto causa all'Italia

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Berlino finanzia la Humanity 1, imbarcazione a capo della ong Sos Humanity. Fin qui nulla di nuovo, se si considera che nei giorni scorsi l'ammissione di un finanziamento di ben 780 mila euro ha creato un vero e proprio polverone. La stessa Giorgia Meloni ha chiesto spiegazioni al cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il motivo è chiaro e Berlino ha omesso di dirlo: il continuo braccio di ferro della ong con le autorità italiane. Uno scontro culminato con l’annuncio di due azioni legali contro i provvedimenti del nostro Paese, senza dimenticare un reclamo alla Commissione europea affinché si esprima contro il decreto Ong del 29 dicembre scorso. 

Come ricorda Il Tempo, il primo scontro con le autorità italiane risale al novembre scorso. Era l’inizio del mese quando la nave battente bandiera tedesca attraccò al porto di Catania. All'epoca fu data l’autorizzazione allo sbarco di 145 migranti sui 179. I restanti dovettero rimanere a bordo, essendo tutti maschi adulti sani e, quindi, non ritenuti a rischio. A quel punto, il capitano rifiutò di ripartire, disattendendo un decreto interministeriale di sosta temporanea. Dopo tre giorni anche i 34 profughi restanti furono fatti sbarcare. Da qui l’azione legale e un ricorso al Tar. E pensare che a febbraio il Tribunale di Catania ha stabilito che quel decreto interministeriale era illegittimo. Allora un’altra azione legale è stata annunciata poco dopo, ad aprile scorso, quando l’Ong ha dichiarato guerra al decreto che impone che le navi del soccorso migranti si dirigano al porto che viene loro assegnato.

 

 

Finita qui? Niente affatto. La Humanity 1, insieme ad Asgi, Emergency, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia, ha presentato un reclamo alla Commissione Ue. L'obiettivo? L'esame della legge italiana in materia di flussi migratori. "La nuova legge italiana prevede che le imbarcazioni si dirigano senza ritardi verso il porto assegnato dopo la prima operazione di salvataggio, limitando così l’azione nel fornire assistenza ad altre barche in difficoltà. La norma obbliga i capitani a fornire alle autorità italiane informazioni non meglio specificate sul salvataggio effettuato, portando a una richiesta di informazioni eccessive", sono state le giustificazioni.

 

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