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Germania, "4 Ong con bandiera tedesca": l'ultima sfida all'Italia

Alessandro Gonzato
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Berlino trama e provoca. Roma lo scopre e risponde: le navi Ong tedesche finanziate dal cancelliere Scholz - richiesta ufficiale di Palazzo Chigi (ci arriviamo) - portino i migranti in Germania, e non più in Italia. È stata una giornata ad alta tensione. Ieri mentre a Berlino il ministro degli Esteri Antonio Tajani spiegava con diplomazia all’omologa tedesca Annalena Baerbock che le navi Ong «non devono essere una calamita per i migranti»- come peraltro testimoniato dal rapporto Frontex - e che la Germania anziché finanziare le sue “navi umanitarie” dovrebbe concentrarsi su «soluzioni strutturali», 4 imbarcazioni Ong (su 7) battenti bandiera tedesca navigavano a caccia di migranti nel Mediterraneo tra Libia e Tunisia, pronte a portarli tutti in Italia. La segnalazione arriva a sera da fonti di Palazzo Chigi, che esprime «sorpresa», espressione moderata per non surriscaldare ulteriormente il clima, perché il nervosismo è tanto. «Prendono i migranti e li scaricano da noi», aggiunge la fonte del governo.

LE IMBARCAZIONI - Le navi Ong tedesche nel Mediterraneo sono la Louis Michel, l’Aurora Sar, la Resq People- mentre scriviamo a 64 miglia dal porto di Licata - e la Trotamar III, a 19 miglia da Linosa. Altre, come la Imara, sono ormeggiate nei nostri porti.

 

 

Sono 7, in tutto, le navi Ong vicine all’Italia. Altre imbarcazioni stazionano in area di “ricerca e soccorso” (“Sar”) maltese e libica. Solo nell’area “Sar” italiana le “navi umanitarie” sono 19. A Berlino Tajani cerca il dialogo con la Germania; nelle stesse ore il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi discute del “regolamento delle crisi” inserito nel nuovo Patto Ue per le migrazioni e prende tempo perché alcuni Stati tra cui la Germania vogliono accelerare in modo inusuale la firma legittimando l’operato delle Ong; e i taxi del mare, quando i ministri dell’Interno Ue sono riuniti in Belgio per trovare una soluzione agli arrivi di massa (chi più chi meno), se ne infischiano delle norme introdotte dal governo italiano. Il colloquio Tajani-Baerbock (presidente dei Verdi) è stato definito «cordiale» da entrambe le parti. E però il ministro tedesco non solo è rimasto sulle sue posizioni, ma ha rilanciato: «In tre casi l’erogazione dei fondi alle Ong è imminente». In un caso la cifra è nota: 790 mila euro a Sos Humanity, che gestisce la nave Humanity 1, a sua volta al porto di Siracusa.

L’incontro di Berlino è nato dalla decisione del cancelliere Scholz di stanziare risorse a favore delle “navi umanitarie”. Nei giorni precedenti la Germania aveva inoltre comunicato che non avrebbe più accolto alcun immigrato sbarcato da noi fino a quando l’Italia - già alle prese con migliaia di arrivi clandestini al giorno - non avrebbe accolto una parte di quelli arrivati in Germania. In mezzo, la lettera di Giorgia Meloni a Scholz tramite cui la premier ha chiesto maggior collaborazione nella lotta agli scafisti. Sembrava che la Germania fosse disposta a discuterne. Ieri invece le 4 navi hanno riacceso gli animi. «Se io finanzio una Ong, la finanzio per portare i richiedenti asilo a casa mia, non a casa d’altri», ha commentato Tajani.

 

 

LA RIUNIONE - A Bruxelles invece - dicevamo - c’era Piantedosi, il quale ha lasciato la riunione nel primo pomeriggio (quand’era chiaro che la firma sarebbe slittata) ed è andato a Palermo dove ha avuto incontri bilaterali coi ministri dell’Interno di Libia e Tunisia. A Bruxelles si è discusso del “regolamento delle crisi” inserito nel nuovo Patto per le migrazioni e la presidenza di turno spagnola ha provato a convincere l’Italia ad accettarlo com’era. Si tratta di un regolamento che per la prima volta rende concreto l’obbligo di solidarietà nei confronti dei Paesi di primo approdo.

Era stato discusso a luglio ma bloccato da alcuni Paesi tra cui la Germania. Bruxelles nei giorni scorsi aveva deciso di sospendere la discussione su altri due regolamenti per fare pressione su Berlino e altri Paesi. Mercoledì sera la sorpresa: Roma si accorge che i partiti della coalizione di governo tedesca hanno trovato un accordo tra loro per sbloccare la questione.

All’articolo 1 del regolamento di Dublino la Germania vuole inserire un paragrafo che legittima l’attività delle Ong senza disciplinarne il modus operandi. Il governo Meloni a questo punto chiede tempo per analizzare le possibili soluzioni, richiesta legittima e pienamente rispettosa delle procedure. Il governo stava cercando di mediare, ma ecco la notizia delle navi Ong tedesche e non solo. A questo punto l’Italia propone un proprio emendamento: i migranti trasportati dalle navi Ong devono essere accolti dai Paesi di bandiera.

A serata inoltrata Tajani evidenzia che «la notizia delle Ong tedesche verso Lampedusa conferma la nostra preoccupazione. Mi pare strano e preoccupante», aggiunge. E si chide: «È una coincidenza? Cosa c’è dietro? C’è un interesse elettorale? Di altro tipo? Non può essere, è una cosa che non funziona. Qualcuno forse vuole impedire che ci sia un accordo?». 

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