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Il "Piano Mattei" di Giorgia Meloni? Un colpo di genio tutto italiano

Roberto Formigoni
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 Il Piano Mattei muove i primi passi concreti. A Palazzo Chigi, settimana scorsa, si è riunita per la prima volta la nuova cabina di regia, formata non solo da ministri ma da grandi imprese pubbliche, associazioni d’impresa, università e terzo settore. La premier Meloni ha sottolineato l’ambizioso obiettivo di scrivere una nuova pagina nei rapporti con il continente africano, dando risposte durature ai bisogni del continente, e non interventi spot. E per fare questo l’Italia vuole coinvolgere Unione Europea e G7. Non a caso Meloni è volata al Cairo dopo pochi giorni assieme alla leader della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e ad alcuni altri primi ministri, portando anche un contributo in denaro a uno Stato in grave crisi che si impegna a dare una mano sul tema dei migranti.

Il Piano Mattei interesserà aree di interventi quali istruzione e formazione, sanità, acqua e igiene, agricoltura, energia e infrastrutture. Al momento sono nove le nazioni individuate per i primi interventi: Algeria, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico e Tunisia. Sul fronte concreto dei progetti, Coldiretti e altre organizzazioni agricole hanno presentato programmi per creare posti di lavoro con mercati contadini, agroenergie e formazione. Cominceranno a essere coltivati oltre 40mila ettari, con l’Italia che fornirà macchinari, tecnologie, sementi e conoscenze, ma anche prodotti alimentari di base, col fine di combattere l’insicurezza alimentare che colpisce quelle popolazioni. Nel campo delle infrastrutture, a breve l’Ance (l’associazione dei costruttori) partirà con studi di fattibilità in Tunisia, Costa d’Avorio e Kenya.

 

Inoltre con Confindustria e Oice, sta lavorando alla creazione di un fondo di investimento denominato “primAfrica” che grazie a finanziamenti pubblici e privati, italiani, europei e africani servirà a finanziare infrastrutture verdi e a formare mano d’opera locale. Confcommercio ha proposto un piano per la formazione in vari mestieri del terziario e dei servizi, con percorsi didattici in Italia, che consenta di trasferire poi la formazione in Africa, dando l’opportunità di sviluppare una classe imprenditoriale locale, ma anche di formare personale che possa venire in Italia regolarmente e soddisfare le richieste di tante attività commerciali come ristorazione, hotellerie, turismo, trasporti e logistica. Insomma, è indubbio che il Piano Mattei è un colpo di genio italiano. Favorirà lo sviluppo dell’Africa, continente ricchissimo di materie prime non sfruttate e di uomini non formati. E farà bene all’Italia perchè nessuno prima di noi ha messo in moto un simile progetto.

 

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