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Open Arms, Oscar Camps a Propaganda Live: "Cosa mi aspetto dal processo"

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Su La7 va in onda Propaganda Live, alias propaganda rossa, il programma del venerdì sera condotto da Diego Bianchi. La puntata in questione è quella di venerdì 20 settembre, dove tra i temi affronti spicca, va da sé, il caso Open Arms, con la richiesta di condanna a sei anni di carcere per Matteo Salvini spiccata il weekend precedente dai pm di Palermo. Vicenda in cui, va da sé, Zoro e compagni sguazzano.

E per non farsi mancare nulla, ecco che a Propaganda Live, ospite in collegamento, spunta Oscar Camps, fondatore e direttore proprio della ong Open Arms. L'intemerata è a senso unico, feroce. E piena di inesattezza.

"Continuano a multarci per le nostre missioni di salvataggio - premette lagnandosi -. Cosa ci aspettiamo dal processo? Speriamo che possa essere fatta giustizia, e che il ruolo delle istituzioni cambi", afferma mister Open Ams.

"Vicende come queste non si addicono a Stati democratici", riprende Camps derubricando l'Italia a una specie di staterello dittatoriale (e dimenticando i metodi brutali adottati dalla "sua" Spagna nel respingere i migranti). 

 

Ma non è finita: "Qualcuno pensa di essere al di sopra della giustizia, ma non è così. È necessario che ci sia giustizia, c'è stata una sofferenza inflitta a queste persone che non era necessaria". Infine, un'altra accusa rivolta dritta dritta a Salvini: "Questa è stata la decisione di una persona e non di un Governo, allora le persone devono prendersi le loro responsabilità", conclude. Già, per Camps la decisione fu di una sola persona, e non di un governo. Peccato che scordi il ruolo del premier di allora, Giuseppe Conte, così come scorda il ruolo di Danilo Toninelli, che all'epoca dei fatti, sui social, in diversi video rivendicava i risultati raggiunti con l'operazione-porti chiusi.

Propaganda Live, clicca qui per vedere l'intervento di Oscar Camps

 

 

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