"La solidarietà non è un reato". Così Mediterranea Saving Humans riferendosi al rinvio a giudizio, a Ragusa, di sei attivisti a bordo della Mare Jonio, rinvio a giudizio per favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina. Secondo la Ong, che "su questa vicenda è stata costruita una montatura politico-giudiziaria, che siamo pronti a smantellare in sede di processo". Tra i rinviati a giudizio, Luca Casarini.
"Oggi intanto - ha annunciato sempre la ong - a questo tentativo di criminalizzare la solidarietà, rispondiamo con i fatti: Mediterranea Saving Humans ha una nuova, grande e meravigliosa nave pronta a salpare. Questa nuova nave continuerà a soccorrere chi chiede aiuto in Mare. È la risposta più forte e concreta che possiamo dare a chi, nel governo italiano e nelle istituzioni europee, lavora con accanimento per impedire che le vite delle persone migranti vengano salvate. Noi facciamo parte della Flotta civile di soccorso. Ci impegniamo insieme per salvare vite, mentre altri tramano per respingerle, causando ogni giorno sofferenze e morte".
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Editelo definitivamente. Le frontiere non esistono, da noi può arrivare chiunque voglia e pazienza per quello che..."La nuova nave - ha spiegato l'ong - nasce da una convinzione profonda: in un Mare Mediterraneo trasformato in una gigantesca fossa comune, contro i campi di prigionia finanziati dall'Ue in Libia, contro gli accordi con dittatori e trafficanti, noi rilanciamo raddoppiando la solidarietà e l'impegno. Grazie alla cooperazione tra Sea-Eye e Mediterranea, questa nave è anche un simbolo: dimostra che un altro Mediterraneo è possibile, che un altro mondo è possibile. Non ci fermeranno con la diffamazione, lo spionaggio, i processi. Ci hanno definito una 'minaccia alla sicurezza nazionale', tentano di calunniarci, d'isolarci, d'intimidirci. Ma non ci riusciranno. La forza di chi salva vite è più grande del potere di chi le lascia morire. Oggi - ha concluso l'ong - Mediterranea raddoppia. La nave Sea-Eye 4 diventa Mediterranea e continua la sua missione come nave di cura, solidarietà e dignità. Ci vorrebbero silenziosi e impauriti. Ci trovano più determinati, più felici, più vivi che mai". Insomma, neppure un rinvio a giudizio ferma Casarini e compagni. Anzi, si dipingono come vittime e, continuando a sfidare la legge, tornano subito in mare.