Open Arms, "la responsabilità non era dell'Italia": i giudici inchiodano la Spagna

giovedì 19 giugno 2025
Open Arms, "la responsabilità non era dell'Italia": i giudici inchiodano la Spagna
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"La Spagna, e non l'Italia, era tenuta a tutelare i diritti delle persone a bordo e, dunque, in linea di principio, anche a fornire l'approdo in un Place of safety (porto sicuro)": lo hanno scritto i giudici del processo Open Arms nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso dicembre, hanno assolto l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Tra i motivi che scagionano il leader della Lega dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, dunque, c'è l'assenza dell'obbligo di rilascio del Pos in capo al ministro Salvini. Quest'ultimo era finito sotto processo per aver negato, illegittimamente secondo l'accusa, lo sbarco in Italia ai profughi della Ong spagnola Open Arms ad agosto del 2019. 

Il tribunale di Palermo è arrivato a questa conclusione sulla base di alcune considerazioni "che - hanno spiegato i giudici - definiscono il naturale profilo centrale assunto dalla Spagna nella vicenda (a dispetto di una artificiosa chiamata in causa dell'Italia)". Il centro di coordinamento e soccorso marittimo della Spagna aveva effettivamente "operato, sin da subito, un sia pur minimo coordinamento da 'primo contatto', quale quello diretto a orientare la nave nella individuazione degli Stati responsabili (o almeno quelli che aveva ritenuto responsabili) per la zona del sinistro, prima la Tunisia e poi Malta, mettendo in contatto l'imbarcazione con le rispettive autorità competenti", si legge ancora nelle motivazioni.

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Fin da subito, Malta, "nel declinare la propria responsabilità per i primi due eventi di salvataggio - hanno proseguito i giudici - aveva chiaramente indicato la Spagna (Stato di bandiera) quale unica autorità che avrebbe dovuto assistere il natante nella prosecuzione delle operazioni". E ancora - hanno precisato - "sia pure dopo diversi giorni, la Spagna aveva finalmente concesso il Pos, esortando la barca a recarsi ad Algeciras e poi nel più vicino porto spagnolo rispetto alla sua posizione (Maiorca), non potendo più disconoscere, a quel punto, vieppiù pressata da stringenti motivazioni umanitarie, la propria giuridica competenza sull'evento". "La sentenza, con motivazione tecnicamente ineccepibile, riconosce la assoluta correttezza della condotta del ministro Matteo Salvini - ha commentato il legale del vicepremier, Giulia Bongiorno -. Non esisteva infatti alcun obbligo di far sbarcare Open Arms in Italia. La sentenza va anche oltre e precisa che chi ha sbagliato è stata proprio Open Arms nel non cercare altre soluzioni". 

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