Kayla Mueller rapita, stuprata e uccisa dall'Isis. Ora spunta un video: come l'avevano ridotta

di Giulio Bucchidomenica 28 agosto 2016
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Rapita, stuprata, uccisa. Il suo volto di Kayla Mueller è diventato uno dei simboli delle atrocità dello Stato islamico. Il 4 agosto 2013 era diventata ostaggio dei jihadisti in Siria, dov'era andata per portare aiuti umanitari. Gli uomini di Al Baghdadi l'hanno tenuta reclusa insieme ad altri occidentali, in una vecchia raffineria, sorvegliati da alcuni islamici europei soprannominati Beatles, guidati dal famigerato inglese Jihadi John. Il video inedito - Giorni di terrore, minacce, abusi. La giovane americana, 25 anni, non si era piegata alla conversione all'islam e dopo 3 settimane è stata costretta dagli uomini dell'Isis a registrare questo videomessaggio, poi inviato ai suoi genitori, per sollecitare un riscatto che non sarà mai pagato. Il video è stato pubblicato in esclusiva dalla rete americana Abc: "Ho bisogno del vostro aiuto - dice la povera Kayla, sofferente, terrorizzata e con un velo nero sul capo -. Sono stata qui troppo a lungo e sono stata malata". La linea del governo americano è però quella del no secco a pagamenti di riscatto, e così la sorte della giovane è segnata: verrà uccisa 2 anni dopo, nel febbraio 2015, non prima di essere violentata da Al Bahdadi in persona.