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Naufragio Costa Concordia, legale Schettino: "Pena richiesta fuori da ogni logica"

Malato ma presente in aula Francesco Schettino alla 69esima udienza del processo di Grosseto per il naufragio della Costa Concordia. "Ho chiesto l'assoluzione per l'omicidio colposo e per l'abbandono di nave" ha detto all'Adnkronos l'avvocato Domenico Pepe, difensore di Francesco Schettino, impegnato oggi nell'arringa difensiva nel processo di primo grado. Mercoledì è attesa la sentenza. "Per quanto riguarda il naufragio - ha aggiunto l'avvocato - avevo presentato richiesta di patteggiamento". Prima di proseguire l'arringa della difesa dopo le udienze di giovedì e venerdì scorso, l'avvocato Pepe ha consegnato ai giudici un certificato medico. Schettino è arrivato malato in aula. E' stato visitato dalla guardia medica di Grosseto, ha acconsentito alla prosecuzione del processo e ha preso posto accanto ai suoi legali. L'avvocato di Schettino ha protestato con i giudici perché la Procura venerdì scorso ha depositato in cancelleria una memoria di 400 pagine parlando di abuso processuale per il poco tempo a disposizione per studiarle. Ma il presidente del collegio Giovanni Puliatti ha ricordato che si tratta della requisitoria dei pm, già ascoltata in aula e che pertanto non si pone il problema di assegnare del tempo ulteriore per leggerle."Per un fatto colposo non si è mai vista una richiesta la pena detentiva, neanche per un terrorista, un delinquente, un associato a qualsiasi organizzazione criminale o un pluriomicida. Siamo fuori da ogni logica di quantificazione della pena". A dirlo è Domenico Pepe, avvocato del comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, arrivato stamattina a Grosseto per concludere l'arringa difensiva prima del verdetto della Corte atteso in settimana.

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