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Padre Rosario e la querelle del falso prete

Quando si dice “l'abito non fa il monaco”. Padre Rosario veste in modo informale, indossa giubbino e cappello ma s'intravede il luccichio della croce che dal collo pende giù fin all'ombelico e giusto appena s'intravede il collarino.  “Sono stato ordinato da un Vescovo, con valida successione apostolica. Quelle che muovono contro di me sono false accuse”. Queste le amare parole di padre Rosario, prete si, ma ecumenico. E' evidente l'amarezza disegnata nel suo sorriso. ”La chiesa cattolica ecumenica sta crescendo e la Chiesa di Roma non lo accetta”, prosegue. “Unità nella diversità” dice il Papa Francesco. Mentre padre Rosario racconta la vicenda, sfoglia i documenti per dimostrare di essere davvero ordinato. Poi apre la lettera, quella inviata dalla diocesi di Napoli che scrive “il vescovo di Pozzuoli, mons. Gennaro Pascarella, avrebbe interdetto il sig. Ferraro, avendo saputo che celebra matrimoni in pellegrinaggio, facendo leva sulla buona fede dei fedeli, celebrando la divina eucarestia e il sacramento della penitenza. Tutti i vescovi, sono invitati a chiedere il celebret – per verificare validità e provenienza del celebrante”. Della serie: uomo avvisato, mezzo salvato. Ma da chi? Di Cristiana Barone  

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