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Laura Boldrini umilia i militari alla parata del 2 giugno: ignora la Folgore, non cita l'esercito e non indossa la coccarda

Già ieri vi avevamo dato conto degli imbarazzi ideologici di Laura Boldrini, ospite forzato alla festa del 2 giugno, festa della Repubblica e occasione in cui sfilano i corpi militari italiani. Già, proprio lei, la pacifista e terzomondista, costretta a celebrare l'esercito. E infatti, a dispetto del suo ruolo istituzionale, il 2 giugno più che celebrare le forze armate, la Boldrini ha scelto di umiliarle (senza neppure indossare la coccarda tricolore). Dopo gli auguri su Twitter, ha infatti preso posto ai Fori Imperiali. E come nota Il Tempo, ha accolto il passaggio della Folgore quasi con sdegno (nel video, la parata): tutti applaudivano, lei invece no. Ovvio, la Boldrini è una teorica del disarmo totale. E questa teoria ha deciso di snocciolarla poco dopo, nel corso di un incontro a Montecitorio, dove ha affermato che "il concetto di Patria non ha nulla a che vedere con le ideologie nazionaliste. Il nazionalismo esclude, la Patria è inclusiva, il nazionalismo è aggressivo, la Patria è solidale, il nazionalismo costruisce muri, il patriottismo tende la mano agli altri". Dunque, per la Boldrini, essere "nazionalisti" è un male, un orrore da dimenticare. E ancora, nel discorso, la Boldrini ha ringraziato i ragazzi del servizio civile. E i nostri militari? Zero, nisba: per loro neppure una parola. Ma, purtroppo, ancora non è tutto. Successivamente la Boldrini ha rincarato la dose su Twitter. Un altro cinguettio. Un altro sfregio al nostro esercito. Già, perché il 2 giugno, la presidenta ha scelto di citare Mahatma Gandhi. Per carità, niente di male. Ma farlo nel giorno in cui volano le frecce tricolori e sfilano i nostri corpi armati fa sospettare che ci sia del dolo. "Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo", ha twittato la Boldrini su Twitter. Con buona pace della Repubblica italiana.

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