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"Silvia Romano neo-terrorista", è bagarre in Aula per le terrificanti parole del leghista Alessandro Pagano

La liberazione di Silvia Romano, cooperante milanese liberata dopo 18 mesi di prigionia, sta esplodendo. A Montecitorio, un deputato leghista, Alessandro Pagano, ha definito "neoterrorista" la giovane impegnata in Kenya per aiutare bambini e rapita da un gruppo di terroristi somali di Al Shabaab. Immediato il caos. Proteste dai banchi del Pd, in particolare dall'onorevole Filippo Sensi. A intervenire ci ha pensato Roberto Fico, presidente della Camera, che ha definito "inaccettabile" quanto accaduto. "Le parole d'odio rivolte a Silvia Romano nell'aula della Camera sono violente. Montecitorio è il luogo del dibattito e del confronto, anche acceso, non la sede per formulare insulti a una giovane che viene da diciotto mesi di inferno", ha scritto su Twitter dopo quanto dichiarato in aula stamattina. 

Nel mirino di Pagano anche il governo, accusato di avere "una volontà antireligiosa fortissima". Poi la frase incriminata: "Quando poi però è arrivata la neo terrorista...". A fermarlo Mara Carfagna che nel suo ruolo di "arbitro" ha ripreso il deputato, definendo "improprio" e "inaccettabile". Pagano si è poi difeso: "Volevo evidenziare la differenza dell'atteggiamento verso alcuni luoghi di culto, anche dell'Islam moderato".

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