Udinese-Lazio: fischi, gol e rissa
Un finale con rissa che rischia di provocare un terremoto. Gli ultimi secondo di Udinese-Lazio, posticipo della 35esima giornata di A, hanno riservato uno spettacolo difficilmente preventivabile: l'Udinese, in vantaggio 1-0 con gol di Di Natale, resiste agli assalti all'arma bianca dei biancocelesti che cercavano il pari. Il portiere laziale Marchetti si era anche spinto nell'area dei friulani, invano. Stava tornando stancamente verso la sua porta, l'arbitro Bergonzi avrebbe fischiato la fine da lì a pochi secondi. La palla è in aria, sorvola il centrocampo. Si sentono tre fischi, i giocatori della Lazio si fermano. Bergonzi e guardalinee fanno cenno di continuare, perché non era stato l'arbitro a fischiare. Solo il bianconero Pereyra segue l'azione, recupera il pallone e di esterno destro, da posizione defilata, infila il 2-0 finale nella porta vuota. Ora sì, finisce la partita. E scatta il Far West. Le due panchine entrano in contatto, con i laziali che accusano qualcuno dell'Udinese di aver simulato il fischio o di non aver chiesto ai propri giocatori di fermarsi per l'evidente equivoco. Bergonzi viene assalito dai giocatori ospiti: cartellino rosso per Dias (furioso e trattenuto dall'avversario Domizzi per evitare guai peggiori), giallo per Scaloni, probabili pesanti squalifiche per entrambi e per lo stesso Marchetti, che rientrando negli spogliatoi ha spintonato Bergonzi. Dalla tribuna si è precipato in campo anche Igli Tare, dirigente della Lazio venuto alle mani con un collega della squadra di casa. Volata di fuoco - A poco sono servite le scuse del patron friulano Pozzo: bruttissime scene e pessima figura per tutti i protagonisti. Ma la Lazio è adirata. Domenica sera il club di Lotito è rimasto in silenzio stampa, ma a Roma c'è chi parla di volontà di ricorrere al Giudice sportivo chiedendo la ripetizione della gara per errore tecnico dell'arbitro, che non avrebbe applicato la regola 5 del regolamento che impone la sospensione del gioco in caso di fischi dagli spalti che interferiscano con il gioco regolare. La volata per il terzo posto che qualifica ai preliminari di Champions (ad oggi, Napoli, Inter, Lazio e Udinese tutte a quota 55 a 3 giornate dalla fine) rischia di avere una coda decisamente antipatica.