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Biasin: Zeman comunista o no? Inutile, di Zdenek si parlerà tutto l'anno

Zeman eroe o bluff? Gran moralizzatore o perdente di successo? Il dibattito lanciato da Libero ha scatenato le reazioni (e le critiche) di juventini e romanisti, i tifosi che più si dividono nel giudizio sul tecnico boemo, avversario storico (più dialetticamente che sportivamente) della Vecchia Signora fin dai tardi anni Novanta, ben prima della bufera Calciopoli, e da quest'anno tornato sulla panchina dei giallorossi. In principio fu Giampiero Mughini, juventino Doc, a tessere sorprendentemente le lodi di Zeman: "Simbolo di coerenza, va oltre il calcio". Il carico ce lo ha messo Giuseppe Pollicelli, giovedì 6 settembre, che ha definito il mister un "comunista", "tutto belle parole e pochi fatti", un ribelle per finta. Uno che usa metodi sovietici come la disciplina, il collettivismo, il culto della personalità (sua) ma che alla fine ha vissuto una carriera all'0mbra dell'alibi della cattiva Juventus. Apriti cielo, a Roma i sostenitori della Maggica sono andati su tutte le furie, prendendo un'opinione-provocazione per "scandalosa" presa di posizione. Ma, come sottolinea Andrea Tempestini nel suo articolo pubblicato sabato 8 settembre, Libero non è aprioristicamente contro Zdenek, anzi. Semplicemente, il boemo "troppo genio per essere comunista" è e sarà destinato a dividere gli animi, a far discutere, ad attirarsi fischi e applausi, senza mediazione. Su LiberoTv il videoeditoriale di Fabrizio Biasin, responsabile delle pagine sportive di Libero.

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