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Paolo Rossi e il tumore, la moglie Federica Cappelletti: "Non se ne voleva andare, sono stata io a dirgli di morire"

"Non muovetevi, state a casa con le vostre famiglie". Paolo Rossi sapeva già di essere malato di tumore quando, lo scorso marzo, aveva registrato questo appello in pieno lockdown contro il coronavirus. Parole ancora più struggenti da riascoltare oggi: Pablito, il trascinatore dell'Italia agli indimenticabili mondiali vinti in Spagna nel 1982, "l'uomo che fece piangere il Brasile" in una partita entrata nel mito dello sport (e non solo del calcio italiano), è morto a soli 64 anni, dopo aver combattuto per mesi contro un male incurabile. 

"Non se ne voleva andare, sono stata io a dirgli di andarsene, perché stava soffrendo troppo", ha ammesso in lacrime la moglie Federica Cappelletti, che ha dato il triste annuncio prima ai compagni di allora, da Dino Zoff ad Antonio Cabrini, da Fulvio Collovati ad Alessandro Antobelli, tutti distrutti, per poi comunicarlo ai social con garbo e dolcezza. Una foto, poche parole, e tanta commozione da parte dell'Italia e dell'intero mondo del calcio mondiale. Nessuno sapeva della malattia di Paolo, tranne i familiari. Discreto e riservato, da vera anti-star qual è sempre stato nonostante coi suoi piedi e con la sua testa abbia segnato la sorte di generazioni di tifosi, Rossi si era operato due volte dallo scorso maggio a oggi, nel più assoluto riserbo. Lottando come un leone, convinto di farcela. Solo a settembre, da apprezzato commentatore, ai colleghi Rai prometteva: "Ci vediamo presto". Non ce l'ha fatta, ma non se ne andrà mai veramente.

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