Djokovic in finale a Melbourne ma continuano polemiche sul padre
Roma, 27 gen. (askanews) - Senza sorprese, Novak Djokovic si qualifica per la sua decima finale agli Open d'Australia battendo in tre set lo statunitense Tommy Paul.
Ma a tenere banco è soprattutto la polemica che circonda il padre del campione serbo Srdjan Djokovic: due giorni fa si è fatto riprendere fuori dallo stadio del tennis di Melbourne insieme a un tifoso con la bandiera russa e la faccia di Vladimir Putin, e la maglietta con il simbolo bellico filo russo Z.
Ai supporter arrivati a Melbourne però, serbi o australiani, non sembra interessare granché: "Se crede che i russi siano suoi fratelli e che in passato abbiano sostenuto la Serbia, è suo diritto, ma non ha niente a che fare con Novak."
"Non sono d'accordo con la politica della famiglia o del suo paese ma penso che sia un grande giocatore"
"I giocatori sono giocatori, non dovrebbero avere a che fare con la guerra o altre faccende internazionali"
Le simpatie filorusse della famiglia Djokovic come per la verità di molti serbi non sono un mistero, ma qui invadono il campo sportivo. Proteste dell'ambasciata ucraina in Australia; a seguire, Djokovic padre ha annunciato che non avrebbe assistito alla semifinale, e in un comunicato ha ribadito quanto detto all'inizio di gennaio: "Siamo una nazione sola, non vogliamo violenza o vendetta, siamo qui solo per sostenere il nostro Nole".
Il campione serbo era stato oggetto di polemiche già l'anno scorso a Melbourne: il torneo australiano lo aveva espulso per il suo rifiuto a vaccinarsi contro il Covid.
Il suo arrivo in finale sa di rivincita: domenica incontrerà Stefanos Tsitsipas; il greco è per la prima volta in finale, mentre il serbo potrebbe vincere il suo titolo n. 22 in un torneo del grande Slam eguagliando il record di Rafa Nadal. Chissà se sugli spalti ci sarà papà Djokovic.