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Mario Monti: "Le regole Ue poco credibili, vanno cambiate". Poi l'ammissione: la Germania ci ha fregato

Giulio Bucchi
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Le regole Ue? "Poco credibili, bisogna cambiare il Trattato". E se lo dice Mario Monti, uno che quelle regole le ha seguite senza batter ciglio anche a fronte di conseguenze catastrofiche, c'è da stare tranquilli. Intervistato da Federico Fubini su La Repubblica, il Professore ed ex premier commenta la gestione della crisi da parte di Bruxelles, che nelle ultime ore ha lanciato un diktat all'Italia e al governo di Matteo Renzi avvertendo che entro marzo serve una correzione sostanziale nella riduzione del deficit, che richiederà quasi 7 miliardi di euro di taglio della spesa o di nuove tasse. "In Europa ci piace pensare che le regole siano nel complesso rispettate - accusa Monti -, ma non credo si possa parlare di rispetto quando ci sono Paesi che anno dopo anno chiedono rinvii nel rispettare gli obiettivi e li ottengono senza difficoltà. Penso, quanto al Patto di stabilità, alla Francia e alla Germania nel 2003 e, negli ultimi anni, alla Spagna, di nuovo alla Francia, al Belgio. O ancora alla Germania oggi per i limiti agli squilibri macroeconomici eccessivi. E a tanti altri casi". Monti vittima o complice della Merkel? Votate il sondaggio Le ricette del prof - Per poter uscire da questa situazione "basta migliorare alcune regole, in particolare - prosegue l'ex presidente del Consiglio - considerando gli investimenti pubblici in modo più favorevole, sia pure a certe condizioni. In Europa abbiamo avuto politiche troppo orientate al breve termine. Ma finalmente si sta iniziando a guardare agli investimenti, non solo privati ma anche pubblici, come ponte fra il presente e il futuro. A considerare la capacità degli investimenti, sia pure finanziati in debito, di generare crescita e perciò di fare fronte agli oneri del debito. Come diceva Paolo Baffi, governatore di Bankitalia, è quando lo Stato si indebita per fare spesa corrente, non validi investimenti, che tradisce l'intenzione di risparmio delle famiglie". La Merkel ci ha fregato - Un plauso dunque al piano del presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker. E una tirata d'orecchi alla Germania, che da decenni porta avanti il suo nein assoluto al debito, senza distinzione tra quello contratto per la spesa corrente (vizioso) e quello per gli investimenti (virtuoso): Non ogni spesa pubblica finanziata con il debito è colpevole - spiega il prof -. In certi casi, come oggi con tassi di interesse molto bassi, può essere colpevole non preparare per le generazioni future infrastrutture materiali e immateriali adeguate". Tutto giusto, ma la domanda è obbligata: perché nel suo anno e mezzo da premier Monti ha fatto poco o nulla per invertire la tendenza e convincere Angela Merkel a cambiare verso alle sue politiche? Sarà mica che la Cancelliera l'ha fregato?

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