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Inps, Tito Boeri mette nel mirino le pensioni oltre i 2mila euro

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Ignazio Stagno
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L'Inps dopo dieci mesi di gestione commissariale ha un nuovo presidente: Tito Boeri. Scelto direttamente da Renzi, Boeri ha le idee chiare su come mettere le mani sulle pensioni. Su la Voce.info, il nuovo presidente dell'Inps aveva detto: "Niente scuse, è possibile chiedere un contributo di di equità basato sulla differenza tra pensioni percepite e contributi versati, limitatamente a chi percepisce pensioni di importo elevato. Si incasserebbero più di 4 miliardi di euro riducendo i privilegi concessi in modo poco trasparente". E ora molto probabilmente Boeri passerà dalle parole ai fatti. Gli importi nel mirino sarebbero quelli superiori ai 2 mila euro. Boeri ha già simultao nei suoi calcoli le conseguenze di un probabile taglio. Quanto si perde - Il numero dei colpiti, come racconta ilGiorno, si aggirerebbe attorno a 1,7 milioni di persone: 850 mila ex dipendenti privati, 770 mila ex pubblici e 100 mila ex autonomi. La sforbiciata dovrebbe essere progressiva: meno 20 per cento sulla quota più garantita dal metodo retributivo per pensioni tra i 2 mila e i 3 mila euro; meno 30 per cento per quelle tra 3 mila e 5 mila, meno del 50 per cento per quelle superiori a 5 mila. Di fatto ogni assegno subirebbe un taglio tra il 3 e il 10 per cento. Insomma Boeri è già pronto a mettere le mani nelle tasche degli italiani. E le conseguenze non saranno leggere. Oltre alla spremuta fiscale, ci tocca pure quella previdenziale. 

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