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Libia nel caos, è guerra civile. Cento italiani trasferiti da Tripoli

Vezzani Flavia
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La Libia è di nuovo nel caos e la guerra civile spaventa anche gli italiani: circa cento nostri connazionali sono stati trasferiti da Tripoli, diventata troppo pericolosa. Vani gli ultimi tentativi del primo ministro al-Thani di fermare lo scontro fra le milizie di Zintan e Misurata per il controllo dell'aeroporto della capitale. Questa fase degli scontri è iniziata il 13 luglio scorso con l'assalto delle milizie di Misurata all'aeroporto internazionale, controllato dagli armati di Zintan. L'aeroporto è ormai un ammasso di detriti e di edifici distrutti. Ieri un razzo finito per sbaglio su una casa ha ucciso 23 operai egiziani, mentre almeno 21 aerei delle compagnie aeree libiche rimangono distrutti sulle piste, ormai inutilizzabili. Gli appelli - La Libia è una delle principali mete degli emigrati dall'Egitto, sia per la vicinanza, sia per la politica dei confini aperti che, fino al 2006 permetteva agli egiziani di lavorare e risiedere nel paese mostrando solo la carta d'identità. Dopo che la settimana scorsa a Bengasi sono morti quattro egiziani, il ministero degli Esteri egiziano aveva chiesto ai connazionali di evitare viaggi verso la Libia. Oggi 28 luglio un nuovo appello: Badr Abdullati, portavoce del ministero egiziano degli Esteri, ha avvertito gli egiziani di non partire per la Libia, chiedendo a quelli che già si trovano nel paese di cercare di spostarsi verso il confine con la Tunisia. Le violenze in corso in Libia hanno spinto molti governi, tra i quali quelli italiano, a organizzare il rimpatrio dei propri cittadini. Paesi come Usa e Turchia hanno inoltre evacuato il loro personale diplomatico. Il ministro degli Esteri britannico, invece, fa sapere che l'ambasciata a Tripoli resterà aperta ma con personale ridotto, mentre anche la Germania chiede ai connazionali di abbandonare la Libia: "I cittadini tedeschi corrono rischi maggiori di rapimenti e attentati" si legge sul sito del ministero degli Esteri. La Farnesina, come detto, ha trasferito oltre 100 italiani. La risposta della Libia - Questa mattina, dopo che numerose petroliere hanno preso fuoco a causa degli scontri tra le forze rivali, il governo libico ha lanciato un appello per un aiuto internazionale: tramite un comunicato rende noto che l'incendio potrebbe innescare un "disastro umanitario e ambientale". I media hanno avvertito i residenti di evacuare le aree vicine all'aeroporto. E' stata colpita anche la centrale elettrica di Khoms: la perdita di elettricità ha causato il blocco delle pompe dell'acquedotto, l'acqua dovrebbe tornare entro due giorni, ma al momento è assente in gran parte di Tripoli. Gli scontri tra le milizie a Tripoli hanno causato in due settimane 79 morti.Il ministero della Salute fa sapere che il numero complessivo delle vittime è salito a 97, 400 i feriti.Tramite alcune manifestazioni la gente urla a gran voce: "Abbiamo combattuto contro Gheddafi per avere pace, non per vivere in questo caos"Il 4 agosto a Bengasi si dovrebbe insediare il nuovo Parlamento eletto il 21 giugno scorso.

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