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Immigrazione, Onu contro la linea-Minniti e l'Europa: "Aumenterà il numero dei morti, violati i diritti umani"

Andrea Tempestini
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Parola alle cifre. A luglio, rispetto al 2016, gli sbarchi di migranti provenienti dalla Libia si sono dimezzati (11.459 sbarcati contro 23.552). Ad agosto, il calo è stato ancor più concreto. Parole con cui viene inquadrato il "pugno di ferro" usato dal ministro Marco Minniti, le cui ricette contro l'immigrazione stanno mietendo buoni risultati. Un pugno di ferro che, per inciso, è stato fatto proprio dalla Commissione europea e dalle Ue a 28 membri. Ma contro le nuove politiche della Ue, e dunque contro Minniti, ora scende in campo l'Onu. Lo fa con due esperti, i relatori Felipe Gonzalez Morales e lo svizzero Nils Melzer, rispettivamente cileno e svizzero. "Il nuovo piano d'azione europeo e il codice di condotta dell'Italia per le Ong - affermano - rischiano di portare a un aumento di morti nella traversata e violano i diritti dei migranti". I due, insomma, criticano Europa e governo italiano perché starebbero tentando di "intrappolare immigrati e rifugiati in Libia". Dunque, pur senza citarlo, l'attacco diretto a Minniti. I due infatti, citano le parole del ministro sulla "frontiera europea che oggi è ormai spostata in Libia". Una frase citata rovesciandone il senso. "La Libia - continuano - semplicemente non può essere vista come un luogo sicuro per sbarcare richiedenti asilo, anche se la politica dell'Ue nega questo". Infine, dito puntato ancora contro il nostro Paese: "Attenzione che la presenza di una missione navale in acque libiche potrebbe essere considerata una violazione da parte dell' Italia del principio di non-respingimento e delle obbligazioni conseguenti".

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