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La Gabanelli sogna un mondo di bancomat:"Eliminiamo l'uso del contante"

Milena Gabanelli

Giulio Bucchi
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Azzerare o quasi l'uso dei contanti: solo così si può risolvere in gran parte il problema dell'evasione fiscale in Italia. Ne è convinta Milena Gabanelli, la curatrice di Report, che in un articolo sul Corriere della Sera lancia la sua proposta: postazioni pos obbligatorie in tutte le attività commerciali in modo da accettare i pagamenti con bancomat e carte di credito. Ai virtuosi che utilizzano i sistemi telematici, lo stato applicherebbe una tassa del 33% contemporaneamente restituita sotto forma di sgravio fiscale per i primi 150 euro al mese a testa. "Sono 50 euro che ogni cittadino, ogni mese, ha in più se è stato così bravo da pagare tutto in modo tracciabile". Equitalia non basta - La Gabanelli parte dall'analisi della situazione fiscale italiana, intollerabile per i cittadini onesti e per lo stato: pressione fiscale che arriva fino al 70% da un lato ed evasione annua di 154 miliardi di euro. Continuando così, muoiono i contribuenti e l'Erario continua ad affondare. Cosa fare? Secondo la tosta Milena bisogna procedere a una rivoluzione culturale: limitare l'uso eccessivo del contante. I controlli di Equitalia da soli non bastano, perché gli studi di settore da soli non dicono tutta la verità. Bisogna, insomma, colpire le attività commerciali che puntano sul "nero", con riciclaggio, false fatturazioni eccetera. "Solo vantaggi" - A chi oppone i troppi costi per nella gestione dei dati informatici per banche, imprese e famiglia, la Gabanelli ribatte: "Non costerebbe un euro in più in burocrazia, semplicemente in bit da archiviare. Il problema vero sarebbe quello delle commissioni da pagare alle banche per i pagamenti telematici. "Il governo ha il potere (e il dovere) - attacca la giornalista - di imporre alle banche di ridurre il costo dell'utilizzo di mezzi tracciabili, fino a renderlo equivalente a quello del contante". Aumentare le transazioni e diminuire le commissioni: ma il governo (specialmente quello di Monti e Passera, ex Banca Intesa) avrà mai la forza di fare la voce grossa con gli istituti di credito? Cento miliardi subito - Con il pagamento "obbligatorio" con bancomat e carte, spiega la Gabanelli, lo stato incasserebbe subito, entro il primo anno, almeno 100 di quei 150 miliardi di euro di sommerso, soldi da reinvestire in fondi per abbassare l'Irpef, eliminare l'Irap, saldare i debiti con le imprese. Ma al di là della rivoluzione copernicana, difficile da attuare in pochi mesi in un paese così avvezzo ad usare spiccioli e carta per le spese correnti (e in cui 15% delle famiglie non ha un conto corrente), non è che la Gabanelli sottovaluti il peso del lavoro nero e dei doppi e tripli lavori pagati sottobanco? In quei casi, non c'è bancomat o carta di credito che tenga.

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