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Vesuvio, l'allarme del vulcanologo: "Nessun piano di sicurezza e urbanisti folli, se erutta sarà una catastrofe"

Giulio Bucchi
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Il Vesuvio è una bomba a orologeria, e qualora scoppiasse per Napoli e la Campania sarebbe una catastrofe. A ribadirlo, intervenendo nel programma Over shoot di Radio radicale, sono Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo dell'Osservatorio Vesuviano, e l'urbanista Aldo Rossi. Entrambi puntano il dito contro l'inesistente programmazione delle istituzioni, incapaci di predisporre un piano di sicurezza e uno sviluppo urbanistico in grado di affrontare l'emergenza e l'evacuazione di milioni di abitanti. Il Vesuvio e i Campi flegrei, uniti in un'unica camera magmatica, sarebbero capaci di produrre eruzioni devastanti e in tempi brevi, coinvolgendo un'area densamente abitata vasta decine di chilometri quadrati, compresa la città di Napoli che si trova ai margini della "zona rossa". In poche parole, rappresentano "un pericolo di proporzioni catastrofiche". "Nessun piano di sicurezza" - "Non esiste una organizzazione reale che sia in grado di portar via la gente in caso di eruzione - spiega Mastrolorenzo -. Ad oggi non ci sarebbe la possibilità di mettere in salvo tre milioni di persone. Le conseguenze sarebbero terribili". L'urbanista Rossi sottolinea dal canto suo le carenze strutturali nell'organizzazione del territorio: "Architetti e ingegneri ignorano cosa sia il rischio vulcanico". Sebbene la densità abitativa dell'area vesuviana stia progressivamente diminuendo (da 16mila abitanti per chilometro quadrato del 2002 agli 11mila odierni, "perché la gente è preoccupata, va via", spiega Rossi), non c'è traccia di sviluppo "alternativo" per assorbire il rischio, altissimo. Anzi, "le istituzioni ipotizzano uno sviluppo urbanistico enorme, nell'area occidentale. Una follia". Progetti in zone a rischio - L'urbanista cita due aree ad alto pericolo che saranno però protagoniste di due notevoli progetti, la costruzione dell'Ospedale del Mare a Est di Napoli e l'ampliamento del Tribunale di Torre Annunziata, ai piedi del vulcano. Il problema, conclude Rossi, è che nessuna amministrazione sta pensando ad un piano per l'evacuazione sicura dei tre milioni di persone potenzialmente coinvolte da una eruzione: "Pensassero a realizzare strade radiali visto che le arterie del Vesuviano, strette e affollate, si trasformerebbero in una trappola mortale".   Foto di Roberta De Maddi, progetto fotografico "I cambi d'abito del Vesuvio" 

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