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Nei Palazzi del Comune, arrivano i provini porno

Lucia Esposito
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Le ragazze del porno sbarcano a Milano e cercano nuove attrici e attori. La missione? Registrare un film a luci rosse, ma d'autore come viene specificato sul portale dal titolo “Queen Kong”. Il luogo prescelto per i provini sono i locali dell'ex Macello di viale Molise, occupati dal collettivo Macao. Un altro punto per i centri sociali, ancora una volta in grado di fare da padroni in città con attività decisamente discutibili. Perché Milano negli ultimi mesi sembra essere diventata la patria della trasgressione. Come dimenticare infatti i corsi di bondage che lo stesso Comune aveva ospitato nella Casa dei Diritti? Ma non solo. Sono molte, anzi moltissime, le iniziative di stampo erotico che spesso sfuggono dal controllo dell'amministrazione di Giuliano Pisapia e si infiltrano all'interno di palinsesti di festival. Ormai è facile trovare film particolarmente forti, al limite del pornografico, nelle rassegne Lgbt promosse dal Comune. Alcuni esempi? Who's afraid of Vagina Wolf? e Gerentophilia, due pellicole in programmazione lo scorso giugno al festival Mix allo Strehler i cui trailer, andati in onda in una versione più soft, lasciavano presumere contenuti piuttosto spinti per iniziative che avevano ottenuto il patrocinio del Comune. Ora è il turno di Macao. Dopo il silenzio degli ultimi mesi, la provocazione verso Milano e la giunta che li osserva in silenzio, arriva con i provini di “Le ragazze del porno”. Ma chi sono queste ragazze? Si tratta di un gruppo di registe italiane che ha deciso di lavorare insieme per realizzare un film di corti pornoerotici. Cercando sul web, si trovano gli slogan e i mantra di queste registe dell'hard. «A me il porno interessa perché appartiene a tutti», «Non bisogna temere la pornografia. Bisogna attraversarla e approfondirla» e, ancora, «la pornografia non è tabù», sono solo alcuni dei dettami de Le ragazze del porno che il prossimo fine settimana cercheranno attori e attrici, disposti a scene di nudo e scene di sesso esplicito non simulato. I requisiti sono basici: età scenica dai 20 ai 25 anni fino ai 40 ben portati, bella presenza, affascinante, e per gli uomini la necessità di non essere necessariamente macho. L'iniziativa non ma mancato di provocare le reazioni del centrodestra milanese. Per l'ex vice sindaco Riccardo De Corato «il problema è che il Comune non si è mai preoccupato di buttare fuori Macao da uno stabile di cui possiede il 90 per cento». «Chiederemo noi lo sgombero», ha affermato De Corato, ora consigliere di Fratelli d'Italia a Palazzo Marino, «perché questa è l'ennesima dimostrazione di come i centri sociali si sentano padroni di fare quello che vogliono». Per De Corato, infatti «il film porno è solo l'ultima goccia di una tolleranza da parte dell'amministrazione che è andata troppo oltre». A criticare l'iniziativa anche il coordinatore cittadino del Nuovo Centro Destra, Nicolò Mardegan, che ironizza sulla giunta. «Non facciamo sapere di questa iniziativa all'assessore Majorino», ha affermato, «potrebbe dare il patrocinio anche al film porno a Macao». Per Mardegan «la sinistra ha perso di vista il ruolo sociale e da Marx è passata a parlare solo di pornografia e omosessualità». «Non ci resta che sperare nelle istituzioni», ha concluso il coordinatore cittadino di Ncd, «e sperare di liberarci presto di questi finti rivoluzionari». A difendere Macao, invece, è Luca Gibillini, consigliere comunale di Sinistra e Libertà. «Finché non si parla di cose illegali, per me, nulla cambia nella situazione», ha commentato Gibillini per cui «sono altri i problemi seri» Marianna Baroli  

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