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Ali Agca, blitz in Vaticano: fermato dalla polizia. Cosa faceva sulla tomba di Wojtyla

michele deroma
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Trentun anni fa, il 27 dicembre 1983, ci fu lo storico incontro nel carcere di Rebibbia, tra Ali Agca e Giovanni Paolo II. Oggi, l'attentatore turco, che il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro sparò a papa Woityla, è tornato a sorpresa in Vaticano, chiedendo di incontrare papa Francesco. In seguito, ha deposto dei fiori proprio sulla tomba di Giovanni Paolo II, prima di essere fermato dalla polizia italiana, e condotto al commissariato di via Cavour. La notizia è stata riportata dal sito di Repubblica. Agca è stato trattenuto in commissariato, ed è risultato che la sua entrata in Italia è avvenuta clandestinamente, attraverso documenti irregolari: Ali Agca sarà pertanto espulso dal Paese. Cos'è successo - Lo stesso Agca ha telefonato stamattina alla redazione di Repubblica, annunciando di trovarsi in Vaticano. "Sono qui, davanti alla Basilica di San Pietro, parlo dal centro della piazza, proprio sotto l'obelisco. Sono arrivato questa mattina da Istanbul. Ora vado a visitare la tomba di Giovanni Paolo II nelle Grotte vaticane. Sentivo la necessità di questo gesto", ha spiegato al telefono l'attentatore turco, che ha aggiunto: "Ho visto e parlato con Giovanni Paolo II. Mi sono scritto con Joseph Ratzinger. Avrei voluto incontrare Bergoglio di recente durante il suo viaggio in Turchia alla fine dello scorso novembre. Non è stato però possibile. Chiedo allora di vederlo adesso. E magari, anche qualche cardinale di Santa Romana Chiesa". La visita alla tomba di Giovanni Paolo II è stata confermata anche dal portavoce della sala stampa del Vaticano, padre Federico Lombardi, che ha replicato così alla richiesta, da parte di Agca, di incontrare Bergoglio: "Ha messo i fiori alla tomba di Giovanni Paolo II. Penso che basti". Ali Agca sulla tomba di Giovanni Paolo II: guarda il video su Liberotv "Vorrei rientrare" - Da tempo, Agca desiderava rientrare in Vaticano, nonostante il governo italiano lo avesse vietato. Lo scorso anno, al programma di Radio 24 "La Zanzara", l'ex terrorista dei "Lupi grigi" affermò: "E' facile sparare anche a questo papa, ma nessuno ha interesse a farlo. Se qualcuno lo volesse fare potrebbe farlo molto facilmente, ma non gliene frega niente a nessuno. Papa Francesco è un semplice parroco di provincia. Io adesso vivo in Turchia e non ho alcun piano per uccidere Papa Francesco, rassicuro il Vaticano. Mi piacerebbe tornare in Italia per visitare la tomba del Papa polacco e incontrare fraternamente Francesco, ma il governo italiano mi ha posto il divieto di rientrare: posso sempre venire da clandestino, tanto non rischio nulla, nemmeno il carcere. Vorrei tornare sul luogo dell'attentato in Piazza San Pietro perché non è stato un delitto, ma un miracolo. E lasciare una rosa bianca in segno di riconciliazione". La vicenda - Ali Agca, condannato all'ergastolo dopo l'attentato in Vaticano, ottenne la grazia il 13 giugno del 2000, su concessione dell'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, dopo che la Santa Sede (guidata ancora dallo stesso Giovanni Paolo II) si era dichiarata "non contraria" al provvedimento. Uscì definitivamente dal carcere in Turchia (dove era detenuto in seguito all'uccisione di un giornalista), dichiarando nel momento scarcerazione, di essere in realtà il Cristo e di voler riscrivere la Bibbia, preannunciando l'apocalisse. Nei giorni scorsi Agca ha lanciato dure accuse al Vaticano: "Sanno dov'è Emanuela Orlandi, ma non lo vogliono dire. Lo stesso papa Francesco è a conoscenza di tutto". L'espulsione - Per quello che sui sa potrebbe essersi clandestinamente in Italia ( è arrivato venerdì in auto a Roma dall' Austria) tanto che è stato portato negli uffici della Digos per accertare la sua posizione. Ali Agca ora rischia l'espulsione dal Paese. Uscito intorno alle 15,30 dalla questura di via San Vitale su una Punto civetta della polizia, non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni e con il cappuccio del giubbotto si è coperto il viso per non farsi fotografare.

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