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Milano, si parla di Islam a scuola e i musulmani se ne vanno: "È già tutto scritto nel Corano"

Giulio Bucchi
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Si fa presto a parlare di integrazione. I guai arrivano se c'è chi non è disposto ad ascoltare. Quanto andato in scena nell'aula magna dell'Istituto tecnico commerciale Schiapparelli di Milano fornisce un esempio inquietante: circa 300 studenti delle ultime due classi, di età compresa tra i 17 e i 19 anni, sono riuniti a parlare di Isis e Islam. Sul palco siedono due giornalisti del Corriere della Sera e i rappresentanti degli studenti. In platea c'è anche una quarantina di giovani musulmani: sono loro a far scattare le proteste.  "Il Corano dice tutto" - Si sta parlando di guerra per la successione tra sunniti e sciiti, tema più storico che religioso. Amina, di religione islamica, si alza e prende la parola: "Chi l'ha detto che sciiti e sunniti si scontrano sulla successione? Per l'Islam non ci può essere successore di Maometto. E comunque è tutto spiegato nel Corano. Non servono altri libri, il Corano spiega tutto, dice tutto". I relatori cercano di spiegare che il Corano è stato scritto prima dello scisma, e dunque difficilmente potrebbe fornire una spiegazione "laica" di quanto accaduto nella storia. Ed è questo il problema: di "laico", i giovani musulmani presenti nell'Aula magna, sembrano avere poco o nulla. "Sono una quarantina di studenti musulmani che la appoggiano sempre quando parla. Per noi è davvero difficile replicare. In genere gli studenti italiani restano zitti, non sanno bene cosa dire, non hanno argomenti", spiega Andrea, uno dei due rappresentanti di istituto. Fuori dall'aula - I giornalisti del Corriere sottolineano come il mondo occidentale sia impregnato di cultura rinascimentale e illuministica, da Voltaire a Rousseau, e che per il nostro mondo sia scontato farsi domande e avere dubbi su tutto, religione in testa. Amina e i ragazzi musulmani, però, escono dall'aula. La loro visione della religione non ammette contestazioni

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