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Il racconto della baby squillo: "La chat da minorenne, gli spogliarelli in webcam, il sesso a pagamento"

Giulio Bucchi
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"Non c'è nessuna che ci si diverta: nessuna a 15 anni si diverte a fare sesso a pagamento". Silvia ha 22 anni, vive nell'hinterland milanese con mamma e papà ed è stata una baby squillo. Iniziò nel 2009, registrandosi "per gioco" con un'amica su una chat di incontri sessuali. A 16 anni si è spogliata per la priva volta davanti a una webcam, a 17 anni ha avuto il primo rapporto sessuale vero, a pagamento: "Mi ha dato 250 euro". Ora hai capelli marroni a caschetto, ha un tatuaggio rosa, è pentita del suo passato e ha raccontato tutto al Quotidiano nazionale.  Da sola in chat - "Questa mia amica sapeva di un sito erotico e siamo andate a curiosare un po'. In teoria bisognava avere 18 anni per entrare, in pratica chi se ne accorge di quanti anni hai?", racconta. Ha 15 anni, dice di averne 18 e pubblica un annuncio: "Alla nostra mail sono arrivate un diluvio di risposte. Ogni tot secondi cliccavamo su aggiorna e arrivava una mail di un uomo che voleva incontrarci. Ci siamo fatte un bel po' di risate". Poi entra nella chat, da sola: "Funziona di giorno e di notte, parli solo di sesso. Mentre tu lavori, vai a scuola, vai in palestra, hai figli, hai la moglie. Non importa. Intanto trovi il tempo di andare in chat e di parlare di sesso. In piena notte, all'alba... Io chattavo anche alle 3 di notte. Mi faceva paura ma mi emozionava. Mi sentivo desiderata. Quando ti senti desiderato ti senti anche potente, e nessun adolescente si sente potente". Lo spogliarello, il sesso - Con un uomo inizia un rapporto quasi sentimentale: "Siamo diventati più intimi: lui era gentile, io gli parlavo di me come persona. Alla fine forse mi ero innamorata. Gli ho mandato delle foto...". Da lì agli spogliarelli in webcam e agli incontri in carne e ossa, il passo è stato breve. L'uomo la paga 250 euro: "Gliel'ho chiesto io. Cioè, lui insisteva che voleva vedermi a tutti i costi e poi l'ha buttata lì, che poteva pagare. E io ci sono rimasta malissimo. Ero arrabbiata e a un certo punto è diventata quasi una sfida. Gli ho detto: va bene, pagami. E a me 250 euro sembravano tantissimi, capito?". Lui dice di avere 35 anni, sa che lei è minorenne: "Era questa la cosa che gli piaceva. Non l'ho più visto. Ma ci sono stati altri incontri. In genere li vedevo in macchina. Non mi fidavo ad andare a casa, e da me non li facevo venire". La prostituzione è stata quasi naturale, non calcolata: "Magari ti compri anche la borsa, ma non è quello il motore. È che entri in un vortice e ti senti... arrabbiata. Io mi sentivo così arrabbiata. Però non è facile dire basta. Lo dici tante volte, poi ci ricaschi". Oggi, guardandosi indietro, è sicura: "Era uno schifo. Quando i miei genitori mi hanno scoperto, dopo un po', dopo lo choc ho iniziato la psicoterapia. Ci vuole tempo. Adesso mi prende davvero la nausea, all'epoca no. All' epoca soffrivo, come un cane. Ma non capivo".

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