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Le chat segrete tra la prof. uccisa e l'aitante alunno: cosa si dicevano

Alessandra Menzani
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Un appunto, un foglio scritto il giorno di ottobre del 2014, in cui Gloria Rosboch, la professoressa uccisa, scrive il suo sogno e firma la sua condanna a morte. Il suo sogno era quello di fuggire con l'alunno Gabriele e aprire una nuova azienda per vivere lontani dalla provincia pettegola. Come Rouen e Madame Bovary, sottolinea La Repubblica. In realtà è stato proprio lui, Gabriele Defilippi, "le chef administrativ", a ucciderla.  Lui, 22 anni, è bello e impazza sul web. Le ragazze gli scrivono: "Domenica ti ho visto a Rivarolo... con i capelli lunghi sei qualcosa di davvero meraviglioso". E poi: "Lo sai che la tua ex si è trasferita a Torino per amore?". Gabriele è giovane e bello. Sa di esserlo. Lo sa anche sua madre, Caterina, infermiera, che lo copre e forse lo aiuta per l'omicidio di Gloria, 27 anni più grande. L'aveva illusa su una vita insieme. E Gloria diceva: "Era così suadente. Riusciva sempre a convincermi". Lui voleva solo i soldi: i 187 mila euro risparmiati dalla famiglia Rosboch. Lei tentennava, Gabriele le faceva pressioni: "Ma porca miseria! Chiama il direttore di banca e convincilo". Lui promette che serviranno al loro sogno: "Se diventi socia anche tu faremo la vita migliore. Non preoccuparti: il sabato e la domenica tornerai dai tuoi". Ma dopo che lui intasca i soldi, sparisce. E lei ci mette mesi per decidere a denunciarlo per truffa. Va dalla madre di Gabriele ma lei lo nasconde: "Non so dove sia mio figlio. Abbiamo litigato. Non lo sento da tempo". Gloria: "Voglio i miei soldi ma soprattutto voglio capire perché Gabriele è sparito". Poi l'omicidio. 

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