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Palermo butta al vento 21 milioni di euro: compra i tram, ma non ha le rotaie

Uno dei 18 tram Bombardier acquistati dal Comune di Palermo

Il consorzio che doveva fare le tre linee chiude i cantieri: "Il Comune ci deve 30 milioni, non possiamo continuare". E i tram si arrugginiscono

Nicoletta Orlandi Posti
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Bianchi, antivibrazione, con 250 posti, le informazioni a bordo con l'audio e il display. I diciotto nuovi tram palermitani, costati qualcosa come 21 milioni di euro, sono veramente belli e all'avanguardia. Peccato che restaranno chiusi nei depositi. Sì, perché, il capoluogo siciliano difficilmente riuscirà ad avere le rotaie su cui farli viaggiare. Il consorzio che si era aggiudicato i lavori per le tre linee (quindici chilometri che avrebbero risolto gran parte del traffico cittadino) dopo aver sventrato mezza Palermo, rivela La Stampa, ha deciso di rinunciare. "Il Comune di deve trentamilioni di euro", hanno denunciato i responsabili della Sis, "non possiamo andare avanti un solo giorno in più". Così oggi i 130 operai saranno lincenziati e i cantieri si fermeranno fino a data da destinarsi.  La Regione si è dimentica di trasmettere le carte a Roma - "Tutta colpa di una maxi-variante in corso di progetto", scrive Laura Anello su La Stampa spiegando che il costo complessivo è così lievitato da 216 a 320 milioni. Soldi stanziati dallo Stato, dalla Regione con fondi europei e in piccola parte dalla società di trasporto urbano, l'Amat. Ci si è accorti a lavori avviati di una serie di cosucce da fare, come raddoppiare il ponte sul fiume Oreto, consolidare il terreno sotto un deposito a rischio geologico, espropriare una serie di terreni. Robetta. Il Comune e l'Amat hanno concesso alla ditta la variante sulla parola ma l'altro giorno,ci si è accorti in prefettura che il super-aggravio di costi non è stato ancora neanche autorizzato dalla Corte dei Conti. La Regione si è dimenticata di trasmettere le carte a Roma, il Comune non ha più seguito l'iter, nel frattempo il presidente dell'Amat ha lasciato il suo posto candidandosi (infruttuosamente) alle elezioni politiche. Di fronte a tutto questo il consorzio ha detto basta: non sono bastate le promesse del Comune di cinque milioni di euro subito e gli altri entro due mesi. Anche perché quel "subito" non era accompagnato da nessun assegno. E così quei vagoni che avrebbero potuto scorazzare in giro i palermitani già dal prossimo mese resteranno in deposito. Ad arrugginirsi.

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