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Vaticano, l'ultimo guaio di Papa Francesco

Papa Francesco

Alessandra Menzani
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Durante il suo viaggio apostolico in America Latina Papa Francesco ha ampiamente affrontato il tema delle molestie sessuali. Appena arrivato in Cile ha chiesto perdono alle vittime dei preti pedofili, affermando di «provare dolore e vergogna» . Su un punto però il Papa è rimasto fermo: la scelta di non rimuovere mons. Juan Barros dalla sua carica di vescovo di Osorno. Un incarico che al sacerdote venne affidato nel 2015 dallo stesso Bergoglio. Glielo hanno chiesto molti cileni, che hanno accusato Barros di aver insabbiato casi di pedofilia. Un' accusa che il vescovo ha sempre rimandato al mittente. E a quei giornalisti che hanno chiesto a Francesco di prendere una posizione chiara il Papa ha risposto che per il momento si tratta di calunnie e che si esprimerà solo di fronte a prove concrete. La vicenda degli abusi che il vescovo di Osorno avrebbe coperto è quella di padre Fernando Karadima, un sacerdote carismatico per decenni parroco a Santiago del Cile, che godeva di ammirazione e la cui vita era considerata un esempio di santità. Nel 2011 venne accusato di aver molestato alcuni adolescenti negli anni '80. Fu il più grande scandalo della chiesa cilena. Le accuse vennero avanzate quando il reato era ormai caduto in prescrizione. Il Vaticano, però, condannò il prete a una vita di orazione e penitenza, sospendendolo a divinis ma non riducendolo allo stato laicale. Monsignor Barros di Karadima era un ex seminarista e secondo le accuse assistette agli abusi e li insabbiò. «Il giorno che qualcuno mi porterà una prova contro il vescovo Barros allora parlerò. Ma finora non c' è nemmeno l' ombra di una prova. È tutta calunnia. È chiaro?». Parole dure, quelle del Papa, che suonano come un chiaro monito alle vittime che si sono sentite rifiutate da Francesco, al quale avrebbero chiesto di essere incontrate. Sono accuse, quelle che le vittime di Karadima lanciano al Papa, che lasciano alquanto perplessi visto l' impegno che Francesco ha condotto nel suo pontificato nei confronti della lotta contro la pedofilia, non tirandosi mai indietro dall' incontrare le vittime e manifestando loro la sua vicinanza. Per approfondire leggi anche: Vaticano, il bruttissimo sospetto sulle alte cariche Le parole del Papa hanno indignato molti. Ma c' è un antefatto che non va sottovalutato. Una delle vittime di padre Karadima, il giornalista Juan Carlos Cruz, ha intessuto una sorta di dialogo a distanza con il Papa, rifiutando le sue scuse e definendole "titoli vuoti". Cruz ha dichiarato di non poter accettare le scuse di Francesco finché quelli che hanno protetto il suo aggressore non siano stati portati davanti alla giustizia. Chiaro il riferimento a monsignor Barros. Ma all' epoca della sua nomina a vescovo il Papa disse: «La Chiesa ha perso la libertà, lasciandosi riempire la testa dai politici e accusando un vescovo senza avere nessuna prova, dopo vent' anni di servizio. Quindi, pensate con la testa e non vi lasciate prendere per il naso da tutti i sinistrorsi che hanno messo in piedi questa cosa». di Ilaria Pedrali

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